L’organizzazione dell’ambiente montessoriano: intervista a Claudia Porta
Da qualche tempo ho iniziato ad interessarmi alle corrispondenze tra organizzazione spaziale degli ambienti e sviluppo delle capacità fisiche, emotive ed intellettuali del bambino: è un argomento che mi affascina e che ritengo carico di possibilità positive per lo sviluppo dell’architettura per l’infanzia.
Tutto è nato da una conversazione che ho avuto poco tempo fa sull’organizzazione dello spazio negli asili, spesso sistemati alla meno peggio per questioni di budget ma anche, secondo me, per scarso interesse all’ambiente educativo ed all’organizzazione spaziale.
Così ho deciso di partire, come era logico, dalla nostra educatrice più conosciuta, Maria Montessori, e di allargare il discorso dall’organizzazione dello spazio nelle scuole dellàinfanzia agli spazi privati in cui crescono i nostri bambiniç la casa. E questo spero sia solo il primo di una serie di post che ho intenzione di proporvi sull’argomento, un doveroso cappello introduttivo che mi auguro di riuscire a sviluppare in ulteriori e dettagliati approfondimenti.
Chi potevo contattare, a questo scopo, se non una delle nostre blogger più conosciute, che ha esperienza diretta di scuole montessoriane sia perché i suoi figli sono cresciuti lì sia come insegnante Montessori, Claudia Porta?
Per iniziare la mia esperienza di studio nel metodo e negli spazi Montessori, dunque, ho chiesto a Claudia di rispondere ad alcune semplici domande.
Di seguito la sua intervista.
Come hai iniziato ad appassionarti al metodo Montessori?
Vivo in Francia e trovo che il loro metodo educativo tradizionale sia troppo “da caserma”. Quando i miei figli hanno avuto l’età per frequentare la scuola, ho quindi iniziato ad informarmi sulle alternative. Ho sperimentato sia il metodo steineriano che quello montessoriano, che mi ha letteralmente stregata.
Raccontaci della tua formazione ed esperienza lavorativa.
Per farla breve, sono entrata in una scuola Montessori per iscrivere i miei figli e ne sono uscita con una proposta di lavoro. All’epoca non ero formata per il metodo Montessori, ma in Francia è possibile iniziare a lavorare durante la formazione, che sto seguendo attualmente.
Sul tuo blog dedichi una sezione al materiale montessoriano. Lo hai usato anche nell’educazione dei tuoi figli?
Ho sempre utilizzato i materiali Montessori, anche se oggi mi rendo conto di aver fatto tanti errori. Ma non è grave: si tratta di materiali scientifici, di oggetti talmente ben studiati da dare comunque ottimi risultati.
Per passare all’argomento che piu’ ci interessa, quali sono i principi cardine dell’organizzazione dello spazio montessoriano? E cosa significa questo in termini spaziali?
I principi fondamentali sono due: ordine e fruibilità. Nell’approccio Montessori, l’ambiente è fondamentale. È proprio attraverso l’ambiente che il bambino si educa da sé. Negli spazi montessoriani ogni cosa ha un suo posto ben preciso. Fra i due e i tre anni i bambini attraversano un “periodo sensibile” in cui ricercano l’ordine. Se riusciamo a “cavalcare l’onda” instaurando abitudini corrette, faremo loro un dono speciale che li accompagnerà per tutta la vita. L’ordine (esteriore ed interiore) diventerà infatti automatico e non costerà alcuna fatica. Per fruibilità intendo invece accessibilità. Gli ambienti Montessori sono assolutamente a misura di bambino, perché ciascuno possa fare il più possibile da sé, senza dover richiedere l’intervento dell’adulto. Mensole basse, sedie piccole e leggere, materiali facili da trasportare. Il bambino si muove nel suo ambiente con grande disinvoltura.
Come sono organizzate le varie attività nell’asilo montessoriano? (0-5 anni)
Ogni materiale è disponibile in un solo esemplare e disposto su mensole basse ad altezza di bambino. Ogni bambino può utilizzare i materiali autonomamente, a condizione che gli siano stati presentati. L’insegnante presenta i diversi materiali quando ritiene che il bambino sia pronto o quando nota in lui un interesse particolare.
Quanto contano degli arredi ben progettati secondo te?
Come dicevo sopra, in ambito montessoriano, l’ambiente è tutto. Un ambiente ben studiato, semplice, curato e facilmente utilizzabile permette al bambino di sviluppare tutte le sue potenzialità.
E per la casa dove vivono bimbi piccoli, hai qualche suggerimento particolare? Cioè, intendo: quanta libertà occorre lasciare al bambino?
L’ambiente andrebbe rivisto in base all’evoluzione del bambino. L’ideale sarebbe dare al piccolo la massima libertà, non solo togliendo di mezzo fragili cimeli di valore (che possono benissimo essere esposti sui ripiani più alti) ma anche insegnando ai piccoli a maneggiare gli oggetti con cura. La Montessori scelse di dare ai bambini piatti di ceramica e bicchieri di vetro. Piccoli e leggeri, maneggevoli ma frangibili. Un eventuale incidente non rappresenta un dramma né un serio pericolo ma insegna al bambino che certi oggetti vanno utilizzati con cura.
Potersti suggerirci qualche lettura per capire meglio l’argomento?
Eccole, in ordine di lettura consigliato:
- Il bambino in famiglia (Maria Montessori)
- Libertà e amore (Elena Balsamo)
- I bambini hanno bisogno di fiducia (Tim Seldin)
- Educare alla libertà (Maria Montessori)
- La mente del bambino. Mente assorbente (Maria Montessori)
- La scoperta del bambino (Maria Montessori)
Ringrazio infinitamente Claudia per la sua disponibilita’, e mi auguro di riuscire ad entrare prossimamente nel dettaglio dell’ambiente montessoriano (e non solo) con la stessa energia e passione di Maria Montessori.
Parola di Laura
5 Marzo 2012 at 16:16che bella intervista, io seguo claudia da anni ormai ma ogni volta che parla del metodo montessori traspare la sua grande passione:)
simplymamma
5 Marzo 2012 at 16:26che bello….io sono un pò montessoriana grazie a lei 🙂
Cristina
5 Marzo 2012 at 16:28Brave Dalia e Claudia (che ho iniziato a seguire da poco, dopo averla scoperta su Twitter). Un’intervista ricca di spunti interessanti. Mi permetto di condividerla sulla mia pagina FB 🙂
Cento per cento Mamma
5 Marzo 2012 at 16:43Bellissimo post, da cui traspare tutto l’entusiasmo di Claudia per questo approccio.
Grazie per aver condiviso queste indicazioni!
Rossana
5 Marzo 2012 at 17:12Davvero molto interessante.
smilemamysmile
5 Marzo 2012 at 18:49Interessante davvero, sto pensando anche io di trasferire il mio piccolo dall’attuale nursery ad una Montessori equidistante ( 3 min a piedi). Me ne parlano tutti benissimo, ora vediamo, soprattutto il prezzo, sai com’e’…
grazie Dalia.
Mammadesign
5 Marzo 2012 at 21:47Eh lo so, anche qui a Londra ne abbiamo molto buona una vicino casa, ma e’ carissima….
Mammadesign
5 Marzo 2012 at 21:52Grazie a tutte!
Adesso ho una domanda io …. Quante di voi hanno idea di come organizzare uno spazio-gioco montessoriano? O una casa “a misura di bambino”, fatta secondo le indicazioni ed i canoni educativi montessoriani? Intendo, in termini fisici, proprio….spazio, dimensioni, sicurezza, fruibilita’, liberta’ di movimento e tutto quello che ha detto Claudia nell’intervista.
the siren
7 Marzo 2012 at 23:04Molto interessante. Anche io ho letto a analizzato alcuni dei testi della Montessori e mi sono fatta delle mie idee. Anche per quanto riguarda lo spazio. Lei è molto chiara, come lo è stata anche Claudia. Spazi ordinati e a misura di bambino. Eliminando tutto il superfluo. In bocca al lupo Dalia per questo tuo nuovo progetto! Mi piace molto 🙂
Mammadesign
8 Marzo 2012 at 1:43Crepi il lupo! 😀
Adry le tre gonne di villa p.
8 Marzo 2012 at 0:52ciao dalia, bell’intervista davvero. E ne approfitto per ringraziarti di avermi inserita nel gruppo professione blogger su Fb. Creare un ambiente a misura di bambino è possibile, con qualche semplice accorgimento. Ma credo che non Tutta la casa possa esserlo, altrimenti diverrebbe invivibile per noi adulti, che comunque necessitiamo ugualmente dei nostri spazi e delle nostre dimensioni. Cominciare con la cameretta ed il bagno, ponendo saponi e asciugamani, sgabelli alla portata ed altezza dei bimbi potrebbe essere un punto di partenza. Loro imparano ad essere autonomi imitandoci, e se hanno gli oggetti sottomano e fruibili, ecco, credo che possano riuscire a sbrigare già le funzioni igieniche da soli (più o meno bene :-)))). La camera è il loro regno, io per esempio metto i vestiti della grande su una cassapanca alta poco meno di lei, che ne ha sempre approfittato o per salire sul fasciatoio o per appoggiarci le scarpine. Vedendo i vestitini lì sopra è sempre stata stimolata a vestirsi da sola. E lo fa con cura e precisione. Io ho fatto questo senza seguire alcun metodo, solo il buon senso e l’istinto, e forse c’ho azzeccato. Baci.
Mammadesign
8 Marzo 2012 at 1:48Beh, a volte l’istinto di mamma e’ insuperabile…..anzi: quasi sempre, secondo me.
Ma qualche metodo va studiato, soprattutto per chi lavora con gli spazi e gli ambienti dei bambini, e se riusciamo a metterli un po’ a confronto possiamo fare delle scelte piu’ ragionate in base al carattere del nostro bambino, ovviamente. Spero di riuscire a concludere qualcosa di buono e farmi delle idee concrete.