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Dibattito sull’inserimento scolastico: Italia vs Inghilterra

Se qualcuno viene a dirmi ancora che gli italiani vengono su bamboccioni a causa di un inserimento lungo alla scuola materna, sappiate che sono pronta a sputargli in un occhio.
Non dico che la mamma deve stare fuori dalla porta della classe per 15 giorni 15 a sentir piangere la carne della sua carne non appena la porta si chiude, ma almeno cerchiamo di non far venir su dei teppisti in partenza, buttandoli nella mischia fin da piccoli cosi’ “imparano a cavarsela”! A me sembra che certe persone (e certe istituzioni) siano incancrenite sulle cosiddette “regole di condotta”. Sono moglie di un tedesco: so di cosa parlo.
Non e’ forse vero che i bimbi delle favelas imparano ad accoltellarsi l’un l’altro come cani randagi pur di sopravvivere? Quei bambini hanno la morte nel cuore, non l’amore…. E’ mancato loro un abbraccio, una coccola, una parola gentile per avere fiducia nel genere umano. Non prendiamoci in giro: gli estremi son sempre sbagliati (Aristotele insegna!). Non vogliamo dei bamboccioni ma nemmeno dei teppisti, o delle persone dure di cuore e di comprendonio, pietrificate nell’incapacita’ di distinguere cio’ che e’ giusto da cio’ che e’ sbagliato, tremendamente individualiste e destinate alla solitudine e alla morte sociale a causa di un’educazione rigida e votata all’indifferenza. L’intelligenza e’ cioi’ che ha distinto l’homo sapiens permettendogli di primeggiare su tutti gli altri animali della terra, cavolo, ce lo ricordiamo o no?
Ecco, ora che sto esaurendo la mia energia negativa posso passare a raccontare il perche’ sono cosi’ arrabbiata: oggi, quarto giorno di inserimento alla scuola pubblica (materna, in Italia – reception year, in Inghilterra), una maestra sostitutiva non mi ha consentito di accompagnare mia figlia dentro l’aula, ma mi ha liquidato dicendomi: “No, non e’ CONSENTITO.” Non solo: pretendeva che tutti i bambini stessero in line ed entrassero uno alla volta e non accompagnati! Immaginatevi dei quattrenni che magari non sono mai andati all’asilo, tutti in pianto disperato e affacciati alla porta dell’aula con i genitori in ansia li’ davanti e bloccati da un gorilla all’ingresso. Quel gorilla liquidava quei genitori con un laconico e frettoloso “staranno bene”. Vi sembra normale?

Succede qua in Inghilterra, a volte (non sempre, per fortuna).
E’ la cecita’ delle regole e delle consuetudini standardizzate.
Niente, sappiate che io quelle regole non le ho rispettate e sono entrata lo stesso a per consegnarla ad una maestra. Lo so, mi sono fatta riconoscere.
Scusate, ma io non voglio far crescere un robot. Vorrei tirar su una persona con un cervello pensante ed un cuore funzionante.
Ci credo che qui a Londra la maggior parte lavora senza usare il cervello!
(scusate amici inglesi, non ce l’ho con voi – perche’ per fortuna non tutti siete cosi’ -, ma con coloro che ritengono le regole piu’ importanti delle persone; spero che capiate).

Aggiornamento, ore 14.00.
Perdonate la mancanza di raziocinio, ho scritto di getto, da Sturbucks, con un Ipad che si stava scaricando, e sull’onda emotiva di una mamma arrabbiata per la mancanza di sensibilita’ di qualcuno…. 
Il cosiddetto inserimento di mia figlia alla scuola inglese (molto diversa dal nido precedente, sia per le dimensioni che per i metodi), e’ durato un giorno soltanto. Il primo giorno, infatti, grazie ad una “concessione” speciale, ho ottenuto di andare a prenderla alle 12.00 invece che alle 3.30pm. Dal giorno successivo, subito il tempo pieno e mancanza di comprensione sia per i genitori (non vi dico quanti genitori, stamattina, se ne sono andati in ansia!) che per i bimbi stessi.  Non sono per le esagerazioni, e nemmeno al far crescere i bambini nell’ovatta, ma nemmeno per buttar via anni di studi pedagogici e di dibattiti costruttivi.
Questo inserimento e’ stato fatto per facilitare il compito alla scuola, non per favorire il bambino: l’ingresso dei bambini e’ stato graduale, nel senso che hanno fatto entrare 3 bambini al giorno; quello di Micro e’ stato posticipato dal 4 al 12 settembre. Questo, in teoria, doveva essere un modo per poter seguire meglio i singoli bambini nell’inserimento a scuola, mentre in pratica e’ diventato un modo per favorire il compito delle maestre (rapporto 15 bambini x 1 maestra) e ridurre il lavoro del personale (mi pare). Non e’ questo che significa “inserimento”.
Vi turbero’ un altro giorno ancora, forse, quando saro’ in grado di esprimere un giudizio razionale sulla cosa, sperando di dare maggiori spunti di dibattito e riflessione. Poi basta, promesso. Non voglio piu’ sentir parlare di ‘sta roba. 
Almeno per un po’.

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22 Comments
  • Elegraf

    18 Settembre 2012 at 12:47 Rispondi

    Perfettamente d’accordo con tutto quello che scrivi, vero che bisogna lasciarli andare, ma anche osservarli e aiutarli se hanno bisogno d’aiuto, appunto la storia insegna che vero che i bimbi soli crescono forti, ma rari casi sono cresciuti con sani principi morali, se a un bambino si insegna solo a buttarsi nella mischia senza educarlo, non va bene. Gli estremismi sono sbagliati da entrambi i lati.
    Ma se noi mamme non fossimo attente ad esempio l’anno scorso nell’asilo di mio figlio non ci saremmo accorte di una maestra incompetente

    • Mammadesign

      18 Settembre 2012 at 17:37 Rispondi

      Esatto, parlo di educazione morale/emotiva/relazionale: quella che manca a certe persone….

  • jole sul prato

    18 Settembre 2012 at 12:58 Rispondi

    No non è così che crescano i bambocioni, un inserimento graduale a misura del bambino e dalla sua sensibilità è il minimo che il genitore deve pretendere. Far crescere un figlio indipendente è forte non si ottiene buttandolo nella mischia per poi osservare se ci esce il teppista oppure emozionalmente rovinato, ma insegnandolo noi per primi le regole e le responsabilità. Rifarsi il letto la mattina anche a 4 anni, rispettare la propria cameretta e giochi, riordinare ed aiutare nelle faccende domestiche. Ai più grandiceli affidare poche monete per comprare il pane ed il latte dal fornaio sotto casa, è così che si cresceranno e si formeranno gli adulti sicuri di se. I figli vanno accompagnati ed aiutati nel percorso della crescita, non buttati l’ in mezzo oppure tolti da ogni responsabilità fino ad compimento del diciottesimo compleanno.

    • Mammadesign

      18 Settembre 2012 at 15:54 Rispondi

      Londra e’ una giungla, a volte. Forse non tutta l’Inghilterra e’ cosi’….

  • CosmicMummy

    18 Settembre 2012 at 13:48 Rispondi

    non è piaciuto neanche a me quell’articolo. mi sembra che generalizzi la sua esperienza personale. io che di inserimenti ne ho fatti 2 al nido e 1 alla materna posso dire che nel mio caso sono stati giusti rispetto all’età del bambino, nè troppo lunghi, nè troppo corti. e il paragone con i bamboccioni è fuori luogo, perchè i bamboccioni di oggi, ovvero 30-40-enni probabilmente all’asilo o alla scuola materna neanche ci sono andati visto che avevano tutti o quasi la mamma a casa.

    • Mammadesign

      18 Settembre 2012 at 17:38 Rispondi

      Hai avuto fortuna! Ma si puo’ fare affidamento alla fortuna? Ci vorrebbe piu’ informazione e piu’ cultura, dappertutto.

  • alessia

    18 Settembre 2012 at 14:08 Rispondi

    Negli anni70 nn mi pare ci fosse l’inserimento. Io nn ho mai avuto problemi anzi nn vedevo l’ora di entrare ma ricordo bambini che piangevano disperati.

    Cmq poi nn è detto che crescano teppisti con quel metodo lî. Magari possono sviluppare problemi di relazione, chiusura e diffidenza agli altri..
    Tuttavia secondo me molto dipende dalla personalità del bambino.
    C’è chi può avere piú difficoltà a staccato e nn mi riferisco a tua figlia, dico in generale..

    Però in ogni caso.. la scuola dovrebbe attirare amore non timore ma sicuramente è un metodo piú sbrigativo quello. Del resto lasciare a tutti I giusti tempi costa fatica. E denaro…………

    • Mammadesign

      18 Settembre 2012 at 16:00 Rispondi

      E’ proprio questo che critico, Alessia….!
      A mente fredda ho scritto un aggiornamento.
      No, non crescono tutti teppisti, scrivevo sull’onda dell’emozione… pero’ rimane il fatto che il bambino, soprattutto se cosi’ piccolo (4 anni), andrebbe guidato un pochino verso l’indipendenza emotiva e relazionale, non buttato in mare a nuotare “perche’ cosi’ impara”. Non impara molto, secondo me. Mi scuso per i toni un po’ arrabbiati, volevo solo far capire un concetto! 😉

  • pattibum

    18 Settembre 2012 at 14:58 Rispondi

    Questo argomento mi tocca da vicino: figlio cinquenne al terzo anno di scuola inglese a Roma.
    Abbiamo iniziato ora il terzo anno, che per loro è Grade 1 (una specie di primina) ed in Italia è il terzo di materna.
    L’inserimento del primo anno (aveva tre anni) è stato molto blando, lo scorso anno non c’è stato, mentre quest’anno c’è stato un inizio soft con orario ridotto. Il bilancio della mia esperienza?
    Gabriele avrebbe potuto saltare tutti gli inserimenti. Credo che il merito sia delle insegnanti, che sanno come accogliere nel modo migliore questi bimbi (certo, siamo in una scuola privata e ci mancherebbe pure che fossero delle incapaci!). Ma credo che dipenda molto anche da noi mamme.
    Io ho capito che la mia serenità, il mio entusiasmo e la mia totale fiducia in queste maestre influenzano silenziosamente mio figlio, che si affida a loro sapendo che l’ho già fatto io.
    Non credo che il futuro dei nostri figli dipenda dall’inserimento alla materna. Ma sono sicura che tanto amore, affetto ed abbracci assieme a rigore e disciplina possano fare miracoli!

    • Mammadesign

      18 Settembre 2012 at 16:07 Rispondi

      Rigore e disciplina sono importanti, ma dopo che e’ stato loro spiegato il perche’. In fondo nel ’68 i nostri genitori hanno combattuto per eliminare questa mentalita’….
      E’ vero che noi mamme, a volte, siamo un po’ troppo ansiose, ma personalmente mi sento serena, perche’ so che mia figlia se la cava egregiamente. Le maestre sono importanti, ma i genitori hanno anche il compito di fare da “intermediari”, soprattutto per bambini cosi’ piccoli. Non credi? Sono io che mi sono sentita liquidata per prima in maniera un po’ troppo brusca…

  • Cristina

    18 Settembre 2012 at 15:07 Rispondi

    Io penso che bambini così piccoli abbiano la necessità fisiologica di sentirsi rassicurare. Certo poi dipende dal carattere e dalle esperienze di ciascuno, però il nido o la scuola dell’infanzia non sono luoghi dove “buttare” i bambini, ma dove i bambini vanno accompagnati con serenità dai genitori e ricevuti con altrettanta serenità dalle insegnanti. Ricordo che bimba andò bene i primi giorni perchè era spinta dalla curiosità poi ebbe un periodo di crisi, pensate un po’, dopo Natale, perchè una delle maestre era andata via. Era la sua preferita. Poco prima delle vacanze natalizie era mancato mio padre cui bimba era affezionatissima. Tornando a scuola e non trovando la maestra bimba pensava fosse morta pure lei. Temeva che le persone che la lasciavano in un posto poi non tornassero più. La cosa si è risolta andando a trovare la maestra e facendole vedere che stava bene. Aveva solo cambiato scuola per essere più vicina a casa. Ma non è stata cosa di un giorno capire cosa di punto in bianco atterrisse una treenne..

    • Mammadesign

      18 Settembre 2012 at 17:41 Rispondi

      Posso immaginare… Anche Micro, non e’ che ancora abbia una proprieta’ di linguaggio eccezionale, dato il suo bilinguismo (i bimbi bilingui sviluppano piu’ tardi il linguaggio).
      Comunque anche i genitori hanno la necessita’ di sentirsi rassicurare, non solo i bimbi piccoli…! 😉

  • Paola

    18 Settembre 2012 at 15:51 Rispondi

    Come ti avevo accenato, qui a Zurigo la scuola materna inizia a 5 anni. L’inserimento è inteso come 1 ora e mezza in classe con i bambini (tutte le mamme e i bimbi insieme) per la durata di 1 (dico 1) giorno. Calcolando che la maggior parte dei bambini non ha mai frequentato nidi o strutture simili e che di norma nessuno è stato lontano dalla mamma, credimi se ti dico che all’uscita c’erano tali pianti ed urla da far venir da piangere pure a me. Senza contare che i genitori devono lasciare i figli fuori dalla porta della scuola (non della classe) e che dalla seconda settimana è richiesto (con tanto di predicozzo della maestra) che i bimbi vadano da casa a scuola e viceversa da soli.
    Vengono resi autonomi ed indipendenti fin dai primi giorni, ma mi domando “a quale prezzo?”.
    A vederli sembra che i bimbi non siano traumatizzati da questo, ma a me è sembrato piu’ a misura di bambino e meno drastico il nostro inserimento italiano, fatto a gradi e con affetto da parte di mamme e maestre.

  • mammacomeposso@gmail.com

    18 Settembre 2012 at 16:48 Rispondi

    come ti capisco, da noi – scuola d’infanzia italianissima, fiorentinissima, comunale – quando ho chiesto se era previsto un periodo insieme in classe per l’inserimento – il mio ha appena fatto 3 anni e aveva fatto il nido lo scorso anno, ma sapevo che non l’avrebbe presa bene – la maestra mi ha risposto, letteralmente “con 23 bambini se in classe facciamo entrare anche le mamme non ci stiamo”. validissima motivazione psicopedagogicamente valida, non trovate?
    beh, volevo rispondergli che non è che perché è una scuola pubblica dobbiamo organizzare l’educazione dei nostri bambini a seconda degli (scarsi) spazi, ma mi sono trattenuta. potevano organizzarsi a turni, a giornate, a ore insomma per permettere a noi e ai piccoli di conoscere meglio maestre e ambienti prima di lasciarli lì, o no? mica parlo di inserimenti di mesi e mesi, ma almeno qualche giorno…
    vabbé giusto per consolarti, non è che nella nostra firenze vada molto meglio che a londra.
    un abbraccio e forza e coraggio e hai fatto benissimo a farti valere!!!

    • Mammadesign

      18 Settembre 2012 at 17:44 Rispondi

      Io non mi sarei trattenuta….
      Cioe’, le riunioni le organizzano per cosa, per tenere occupati i genitori e basta?
      Non riesco a capire se e’ un problema solo della scuola pubblica, oppure una questione di ‘istruzione” del corpo insegnante…

  • Moky

    18 Settembre 2012 at 17:32 Rispondi

    Avrei fatto come te. E che cavolo, un po’ di tenerezza nella vita non fa male!!!

    • Mammadesign

      18 Settembre 2012 at 17:48 Rispondi

      Se mia figlia parte con una coccola, poi va lontano da sola! Lei e’ fatta cosi’, magari altri sono diversi… dipende dal bambino, da come e’ abituato, dal suo carattere, dalle sue esigenze… Se uno entra sorridente non vedo il perche’ bisognerebbe insistere su un inserimento lungo…! ma se uno ha bisogno di essere preso per mano… che male c’e’?

  • Ale

    18 Settembre 2012 at 21:14 Rispondi

    Ciao,ho letto per la prima volta il tuo blog..e ti capisco davvero,i bimbi cosi’ piccoli vanno inseriti solo e dico solo con tutta la dolcezza possibile ,il distacco deve essere graduale e non terrorizzare il piccolo,deve fidarsi ed essere felice di restare con altri bimbi a giocare….ma scherziamo vogliamo gia’ farli crescere con l’ansia e la paura? credimi usa il tuo istinto e tutta la tua dolcezza,proteggi la tua bimba da atteggiamenti troppo duri e crescerà assolutamente sicura e protetta dal tuo amore. ps complimenti per il tuo blog.

    • Mammadesign

      18 Settembre 2012 at 23:14 Rispondi

      Grazie Ale, per le parole e per il conforto!
      Cerchero’ di parlare con queste maestre ….

  • mammaspettacolare

    18 Settembre 2012 at 23:43 Rispondi

    Secondo me il vero inserimento dovrebbero farlo le mamme con le maestre. Non so in inghilterra, ma in Italia il problema è strutturale, di sistema proprio. Affidare alle insegnanti, talvolta delle perfette sconosciute per i genitori, i propri pargoli è una cosa che carica di ansia.
    Se le scuole organizzassero degli incontri con i genitori prima dell’inizio dell’anno scolastico, per capire, per esempio, le sensibilità o le situazioni dei singoli bambini sarebbe più semplice.
    Io, per farti un esempio, ho chiesto alla scuola materna statale di indicarmi che metodo usa l’insegnante, quali sono gli obiettivi della classe….vabbè, non hanno saputo dirmi neanche di che colore devo comprare il grembiulino.

    • Mammadesign

      19 Settembre 2012 at 8:25 Rispondi

      Quanto hai ragione!
      Pero’ magari, uno potrebbe creare un’associazione scolastica dei genitori come c’e’ qui per affrontare questi problemi… Ormai il nostro giro e’ passato, ma quelli che vengono dopo potrebbero trarne vantaggio…

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