25 Settembre 2012
In
My life, Vita da blogger
Riflessione sul mommyblogging e le mamme in rete
Ieri sera Mammadesign, colpita da un raptus improvviso di sana razionalita’, disquisiva sull’assurdita’ del nome che si e’ data a suo tempo per mantenere l’anonimato nonostante il blog. Perche’ diciamocelo, questa cosa di mettere in rete e alla merce’ di tutti vicende private e disavventure familiari un po’ la disturbava. Poi si e’ rassegnata al corso degli eventi.
L’anonimato non c’e’ piu’, a giudicare dalle richieste di amicizia che le arrivano su Facebook da persone che non ha mai visto ne’ conosciuto (o magari si, ma l’Alzheimer galoppante non le permette le connessioni giuste), e che non sempre si ricordano di presentarsi quando bussano alla tua porta, mentre il blog e’ rimasto (piu’ o meno).
“Ma il tuo nome chiarisce immediatamente chi sei e cosa fai”, le ha detto un’amica.
Infatti, e’ proprio la ragione per cui lo ha scelto: il presente ed il passato. La nuova (ormai non piu’ tanto nuova, veramente) identita’ di mamma e quella di architetto.
Infatti, e’ proprio la ragione per cui lo ha scelto: il presente ed il passato. La nuova (ormai non piu’ tanto nuova, veramente) identita’ di mamma e quella di architetto.
E Mammadesign, che ha iniziato a scrivere un po’ per gioco e un po’ per divertimento, e che si e’ trovata catapultata senza saperlo in una dimensione sconosciuta (quella della rete) in cui le connessioni e le amicizie virtuali diventano, spesso e volentieri, contatti ed amicizie reali, ha iniziato a chiedersi quanto di quel nome le calzi ancora, a distanza di quasi due anni dall’inizio. Perche’ mamma lo e’ sempre, architetto pure (anche se in pausa “esistenziale”). Eppure e’ anche quacos’altro: se’ stessa.
Ma non importa: Micro, Macro e Mammadesign rimarranno sulla scena, ancora per un po’, nella citta’ dei bus a due piani e delle mail box rosse. Con una differenza: Mammadesign, adesso, dopo la sua esperienza sul web, ha una nuova consapevolezza del potere della rete e di cosa significa “fare rete”.
Il mommyblogging e’ un mondo incredibilmente vario, incredibilmente creativo, incredibilmente vitale. Se fossi approdata prima a questa realta’, al mondo che ruota (in rete) attorno alla genitorialita’, quando Micro era neonata, o quando ancora si stava preparando nella pancia della sua mamma, con energia e determinatezza, ad affrontare il mondo la’ fuori, probabilmente non avrei vissuto la solitudine che ho vissuto appena approdata a Londra. Non sarei caduta in depressione quando non trovavo la marca di latte giusto per la giunta perche’ lo stress mi stava facendo andar via quel poco latte che ero riuscita a farmi tornare a forza di tisane, vitamine e omeopatia; o quando il Macro-economista esclamava, laconico e sicuro di se’, “io devo lavorare” (ovvero, tradotto in italiano dal macroeconomiste(de)schese: “devo dormire la notte porcavacca, non ci penso nemmeno ad alzarmi per farla smettere di piangere!”). Magari oltre a versare lacrime di disperazione, o al sentirmi sopraffatta dall’incapacita’ e dalla solitudine (che tanto quei – pochi – amici che avevo a Londra erano ben lontani dal pronunciare anche lontanamente la parola bambino), avrei potuto trovare un aiuto. Un sostegno morale. Anche soltanto qualcuno con cui parlare di questa nuova cosa in cui ti ritrovi immersa e catapultata tuo malgrado. E questo e’ il primo e piu’ diretto vantaggio della rete (web) che ruota intorno al tema della maternita’. Mamme che mi leggete, forse qui da me non troverete risposte (che non siano tecniche), solo esperienze di vita vissuta (e almeno non vi sentirete sole!), ma vi invito a cercarle da qualche parte, in rete.
Il secondo – vantaggio – e’ un po’ piu’ complesso. E’ lo stadio successivo, quello del “vorrei rimettermi a lavorare dopo la maternita’ – che mi ha rivoltata come un calzino usato – per non esaurire le mie risorse interiori in quelle, per quanto stimate, della vivacita’ dei miei ovuli”. E questo e’ il piu’ complicato.
A questo stadio tuttavia ci si arriva dopo, quando ormai hai gia’ scelto un nome del piffero come Mammadesign e ti sei arrampicato sugli specchi per non scivolare nel baratro della depressione. E (ri)scopri le persone, la rete (reale) che c’e’ nel web (!), le idee, la voglia di fare, l’energia nuova che si nasconde nei posti piu’ insensati. Scopri nuove amicizie, nuove connessioni, nuove persone, un nuovo modo di concepire la vita rispetto a quella che c’e’ – ad esempio – in uno studio di architettura. Scopri la grande voglia di reinventarsi delle donne dopo la maternita’. Come (uno a caso) nel “fenomeno” (lo chiamiamo cosi’?) del mommyblogging.
E ti senti meno sola, ancora una volta.
Un po’ piu’ carica di energia, anche.
Indipendentemente da quelle che saranno le tue scelte per rimetterti in gioco.
Chissa’ perche’ avevo iniziato con l’intensione di parlare di due fantasmini infebbrati che mi girano per casa e son passata ad elucubrare tali pensieri contorti….
Quando scrivo di sera mi faccio prendere dalle riflessioni.
Meglio che vada a nanna, la mancanza di sonno fa male.
Meglio che vada a nanna, la mancanza di sonno fa male.
Gio
25 Settembre 2012 at 8:32Molto bello questo tuo articolo, e rispecchia bene anche le mie riflessioni sul blogging, sul fare rete, sull’essere mamma e avere una vita a tutto tondo in cui possa entrare anche un’attività lavorativa. Per me avere un blog è stata una sorta di terapia nei momenti bui, un modo per scoprire che anche altre mamme vivevano – e vivono – i dubbi e le insicurezze che credevo fossero solo mie.
Brava!
Mammadesign
25 Settembre 2012 at 10:25Si, anche per me e’ stata una bella “terapia”….
Quello e’ stato l’inizio, ora chissa’….
Cristina
25 Settembre 2012 at 8:59Questo articolo è davvero bello e mi ci ritrovo in pieno. Anch’io ho pensato spesso a “se avessi saputo che c’era questo mondo quando ero incinta e neomamma!!” In realtà aprire un blog mi è servito, come sai, per superare un altro trauma, quello della perdita del lavoro. Ma non è solo questo. E’ stata ed è una nuova opportunità di aprirmi al mondo, di iniziare a intrecciare nuove relazioni, nuovi confronti con persone affini, ma anche completamente diverse da me. Ah, per inciso, io ho iniziato a seguirti per il tuo nome. Quel Mammadesign che sa di mamma, ma anche di donna creativa, che mi ha attirato, che mi ha colpito, che ha permesso l’inizio di questa bella amicizia 🙂 Buona giornata e speriamo che ifantasmini oggi siano senza febbre 🙂
Mammadesign
25 Settembre 2012 at 10:28No, cosa mi dici Cristina, davvero?
Haha! Mi consoli un po’! Meno male che ci sei tu a dirmi sempre la cosa giusta!
Va bene, allora non la mandero’ in pensione Mammdesign, va’…. 😀
silvia
25 Settembre 2012 at 9:09se tu pensi che io, incinta di sette mesi, ho aperto un blog di viaggi e l’ho chiamato trippando!!! mammadesign in confronto è bellissimo…condivido i tuoi pensieri sul mummyblogging!
un abbraccio!
Silvia
Mammadesign
25 Settembre 2012 at 10:28Haha! Silvia! Mi hai fatto schiantare! 😀
silvia
26 Settembre 2012 at 9:03Dalia, stanno iniziando a chiamarmici anche gli amici “signora trippando”…dici che devo preoccuparmi??
Mammadesign
26 Settembre 2012 at 12:47E’ carino….! ;D
...ma la notte no!
25 Settembre 2012 at 9:11come mici ritrovo! anche io ho iniziato per sentirmi meno sola in fondo!
Mammadesign
25 Settembre 2012 at 10:30Io innrealta’ non sapevo assolutamente che mi sarei sentita meno sola….
Pensa che quando ero incinta non sapevo nemmeno dell’esistenza dei social network!
Mi ha convinta mia cugina con il fenomeno Facebook, dopo che era nata la bambina, per rimanere in contatto anche da lontano! Di li’ ho scoperto un mondo…..
Starsdancer
26 Settembre 2012 at 13:39Anch’io l’ho aperto per sentirsi meno sola e ho trovato persone eccezionali, anche se ovviamente il contatto fisico é impagabile e trovandomi su un’isola é difficile trovarsi con le altre blogger che seguo, però serve…
Fioly
25 Settembre 2012 at 10:57condivido le tue riflessioni. credo che chiunque di noi abbia aperto un blog sia arrivata a conclusioni simili percorrendo strade diverse e mossa da ragioni divese. un blog, la rete, sono tante cose diverse. per me è soprattutto uno spazio in cui posso dare sfogo alla mia creatività. scrivendo, fotografando, inventando fiabe, invitando amici. e ogni giorno mi stupisce e mi rapisce il potere enorme della condivisione
Mammadesign
26 Settembre 2012 at 14:44che bella parola “condivisione”! 😀
Micaela
25 Settembre 2012 at 11:06Ti comprendo in toto.
Mi rammarico anche io di non aver scoperto prima la potenzialità della rete, del conoscere questa ragnatela di esperienze-consigli-condivisione tra mamme, perchè la vita di tutti i giorni, quella reale, alle volte sembra ristagnante e intrappolante peggio delle sabbie mobili… devi trovare l’appiglio per uscirne fuori, il modo per risolvere o, quanto meno, una parola di conforto da una persona che ti capisce veramente!
Mammadesign
26 Settembre 2012 at 14:46Vero. A volte sembra proprio una trappola. E spesso solo attraverso il confronto si riesce a trovare la forza per uscirne!
Moky
25 Settembre 2012 at 11:10E’ una riflessione che non fa una piega!!!
Mi sono avvicinata al mondo del web per le continue insistenze di mio marito..”devi imparare ad usarlo il pc, può essere utile un giorno”. Nel 2009 finalmente approdo e….chi lo lascia più, è un’esperienza unica!
verdeacqua
25 Settembre 2012 at 11:53Condivido tutto, anche per me è così… Da poco ci sono anch’io e un pochino rimpiango di non averlo fatto prima!
Laura
25 Settembre 2012 at 13:14molto bello il tuo post, lo condivido in pieno.Anch’io quando ho aperto il blog mi sono fatta un sacco di paranoie sull’identità ma poi l’inesperienza mi ha fatto fare un pò di confusione e ho mischiato un pò le cose! Approvo tutto! ciao
Biancume
25 Settembre 2012 at 14:33condivido in pieno, il mio mondo in rete è stato fondamentale in questo primo anno francese e per me adesso è indispensabile
Francesca
25 Settembre 2012 at 15:50bellissimo post e lo condivido su tutto!;-))