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Smamma! Sono arrivate le Smammas!


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Articolo sponsorizzato per Smammas

Poco tempo fa un articolo apparso su La 27esima Ora ha sollevato un putiferio di critiche e contro-critiche nel mondo del web; si discuteva sul problema dei figli che rimangono bamboccioni fino ai trent’anni a causa della brutta abitudine (o tendenza) delle mamme italiane a proteggerli e tenerli sotto l’ala della chioccia fin da piccoli (vedi, ad esempio, il lungo inserimento all’asilo). Quell’articolo non mi ha trovata completamente d’accordo (qui il mio sfogo di mamma – italiana all’estero). E non perche’ io sia particolarmente chioccia, iper-protettiva, o tenera di cuore. Solo perche’ mi e’ sembrato semplicistico e riduttivo, piu’ uno sfogo materno che una riflessione attenta e costruttiva. Devo ammettere, tuttavia, che ha avuto l’indubbio merito di sollevare un paio di questioni estremamente serie: la prima, quella degli inserimenti lunghi in Italia, e la seconda, quella, ancora peggiore a mio avviso, della brutta abitudine dei giovani italiani di rimanere in casa con i genitori fino ai trent’anni.
Ammetto di essere stata tra questi, anche se gia’ lavoravo (o quantomeno facevo la gavetta). E comunque non appena ho potuto permettermelo, io, di casa, me ne sono andata. A condividere una casa in affitto, ovvio. Con i prezzi degli affitti a Firenze e gli stipendi striminziti che danno ai giovani architetti di piu’ non potevo fare.
In Italia, purtroppo, il fenomeno e’ dilagante e sempre piu’ difficile da superare. E non (o non soltanto, almeno) perche’ “la mamma italiana e’ sempre la mamma” ed i giovani di oggi sono pulcini viziati che preferiscono stare nella bambagia piuttosto che affrontare a testa alta il mondo. 
Ma io credo, principalmente, per la situazione del mercato del lavoro in Italia. 
Per la mancanza di posti di lavoro prima di tutto. Quanti giovani appena laureati  rimangono tagliati fuori dal mondo del lavoro per la sua staticita’?
Esatto: la staticita’. Il mercato del lavoro in Italia e’ statico, assolutamente non dinamico, poco moderno, assolutamente non meritocratico e (molto) centrato sulle gerarchie e su meccanismi endogeni che non si riesce a scardinare. Fondamentalmente, e’ fermo. Da tanto, troppo tempo.
In secondo luogo, per il livello (basso) degli stipendi italiani in confronto al prezzo degli immobili (un gap indicibile!), che impedisce da una parte ai genitori di mandare i figli a studiare fuori casa, e dall’altra, ai figli stessi, di procurarsi un alloggio idoneo alle proprie necessita’ una volta entrati nel mondo del lavoro, e di costruirsi un futuro decente. Il piu’ delle volte, se non hai una famiglia alle spalle che ti “aiuta” a procurarti l’alloggio (o che accetta di tenerti in casa suo malgrado), non riesci nemmeno a risparmiare i soldi per pagarti le necessita’ di base. 
Personalmente ho un marito straniero che a 18 anni e’ stato mandato a studiare fuori casa, in un’altra citta’. Cosa molto piu’ comune peraltro, all’estero. Consuetudine sana di un paese con un mercato sano e funzionante (la Germania, ovviamente, ma non solo quella). Magari lo avessero potuto fare anche con me!
Anche se forse, li per li’, non ne sarei stata molto contenta. Sono sicura pero’, che li avrei ringraziati, dopo, i miei genitori.
Ma cosi’ non e’ potuto essere. 
Perche’ siamo italiani.
Perche’ l’Italia e’ un paese che soffre economicamente, perche’ non e’ abbastanza strutturata da offrire ai propri giovani la capacita’ di costruirsi qualcosa di solido da soli e con le proprie risorse, perche’ non e’ una societa’ in grado di regalare a chi se lo merita il futuro che gli spetta.
Che tristezza.
Ora, a proposito di questo tema mi e’ stato chiesto di diffondere un divertente e divertito manifesto, quello delle Smammas, un gruppo di quattro donne (Ana Flore, Carla, Benedetta e Gisella), quattro mamme, quattro amiche unite dalla passione per la musica, che hanno scelto questo mezzo insolito e semiserio per portare all’attenzione pubblica il problema dei trentenni che, seppur meritevoli, rimangono a casa dei genitori fino a tarda eta’. 
“Non c’e’  niente di piu’ brutto per una mamma che vedere gli anni che passano e i propri figli che non si sistemano.” – dicono – “Ma non e’ del tutto colpa loro. Ci siamo dette ‘vogliamo continuare a parlarne tra di noi o vogliamo che ne parlino tutti?’ Ovvio, che ne parlino tutti. Per far si che qualcuno si impegni a trovare delle soluzioni.” Ed ecco come hanno affrontato la cosa: con la musica R&B. Mettendosi in gioco. Con ironia. Esattamente come dovrebbe mettersi in gioco l’Italia.
Ecco lo Smammanifesto:

A tutti i figli. E a tutte le mamme.
Crediamo in un Paese dove i giovani diventino indipendenti prima di essere vecchi.
Crediamo nei sogni dei ragazzi e nella loro realizzazione.
Crediamo nei fatti concreti e non nelle raccomandazioni.
Crediamo in Internet e nella sua capacità di diffondere messaggi giusti.
Crediamo nella musica e nella sua capacità di parlare a tutti.
Crediamo che in una Società di grandi numeri, quattro sia il numero perfetto da cui partire.
Crediamo nel futuro scritto oggi, non ieri.
Crediamo nella consapevolezza e nella condivisione.
Crediamo in questa battaglia e nel vostro appoggio.
Che siate figli o mamme, l’indipendenza è più vicina di quanto pensiate.
State con noi.

Vedete? Non e’ tutta colpa delle mamme.
Personalmente, se potro’ permettermelo, cerchero’ di mandare mia figlia fuori casa, anche se soffriro’ come una matta. Cerchero’ di farla crescere indipendente e di farle fare le sue esperienze, come e’ giusto che sia.
Spero che anche in Italia si potra’ fare lo stesso, in futuro.
Forse la prossima generazione creera’ dei trentenni capaci e maturi, non dei bamboccioni precari sul lavoro e privi di qualunque tipo di sicurezza per il proprio futuro.
Ed io ho la fortuna di stare all’estero.
E potro’ dire a mia figlia: Smamma che e’ ora!”


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3 Comments
  • Liz

    3 Ottobre 2012 at 14:14 Rispondi

    Condivido il tuo pensiero.. soprattutto da neolaureata in fase di gavetta ;)) O meglio in fase di sfruttamento visto che con i tempi che corrono non ho idea dove sarò tra 5 anni (a livello lavorativo ovviamente!).

  • ilenia

    3 Ottobre 2012 at 14:58 Rispondi

    Seguirò senza dubbio le Smammas! Credi che ci sia molto da imparare!GRAZIE ILE

  • MICHELA PALATUCCI

    3 Ottobre 2012 at 17:30 Rispondi

    E’ da quasi due anni (praticamente da quando è nato mio figlio) che lotto per le mie idee “d’indipendenza”. Cercano di farmi sentire in colpa, perché sembra che indipendenza voglia dire sofferenza…”povero bambino” mi dicono quando affermo che ai bambini bisogna insegnare ad essere autonomi perché è assolutamente il miglior regalo che possano ricevere. Sono convintissima di questo, sono stata educata con questi principi, per fortuna, e sono anche riuscita a metterli in pratica….e sono italianissima! Oggi forse è un po’ più difficile rispetto a 10 anni fa, ma sono sicura che si possa fare. Quindi si, sono d’accordo con te e con le Smammas, che sono veramente delle grandi!Ciao!

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