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Gli anni londinesi – Vivere a Londra

Londra, agosto 2008: arrivo piena di speranze, di sogni, di voglia di fare; non ancora innamorata di una citta’ che pare offrire tutto e il contrario di tutto (perche’ per chi ha Parigi nel cuore e’ difficile accettare un posto diverso – per quanto altrettanto bello), una metropoli che ti da’ la sensazione di avere il mondo nelle mani, affascinata da quella infinita scelta di possibilita’, di opportunita’, di vite diverse da assaporare. Una capitale, tuttavia, di cui non apprezzi immediatamente la bellezza (al di fuori dei moumenti e dei quartieri storici), spesso annegata dalla sporcizia delle strade e dall’odore di cipolla che aleggia in ogni angolo; ma che, lentamente, ti svela i suoi lati migliori: le casette vittoriane basse e dimesse, gli insospettabili cortili verdi e fioriti, i suoi immensi parchi, la sua vibrante vita culturale, la musica rock, quella che dai Beatles in poi ha dominato il mondo.

L’entusiasmo e la poesia sono tali, a Londra, sposata da poco, che dopo un solo mese di romantica vita londinese, nel pieno dell’organizzazione della mia nuova vita da expat, della ricerca del lavoro della mia vita (un post da architetto dipendente – un’utopia, in Italia!) e perse le mie (gia’ ridotte) facolta’ mentali, arriva nella mia pancia, dalle stelle (piu’ o meno!), un fagiolino sfarfallante che mi solletica la curiosita’ e mi manda le emozioni in subbuglio. 
E li’ inizia la storia. Di Micro, Macro, e Mammadesign.

Non sono stati anni facili, quelli londinesi, no. Affatto. 


Rifletto sui motivi, a posteriori. Per capire se la ragione era Londra, il nostro nuovo status di piccola famiglia in crescita, o altro.

Certamente una citta’ cara come Londra non aiuta la serenita’ di una neo-coppia con bimbo in arrivo. 
  1. Il mercato immobiliare, in cittá, ha i prezzi tra i piú alti del mondo, nel momento del boom economico pre-crisi: pochi metri quadri per cifre esorbitanti. Altro che romantica casetta vittoriana con giardino! Troviamo un piccolo e affascinante lower ground floor, prima casetta dei nostri sogni, dal prezzo leggermente sovradismensionato rispetto alle nostre possibilita’, contando sul fatto che quell’architetto squattrinato che poi diventera’ Mammadesign avrebbe trovato lavoro in tempi relativamente brevi. Non succede. Succede invece che la suddetta rimane bloccata sul divano per i quattro mesi successivi, sognando farfalle e vomitando il nulla, a causa del solito fagiolino nella pancia. E lavorando – in quei rari momenti in cui riesce a star ritta – al suo ultimo progetto italiano.
  2. I mezzi pubblici. La fantastica tubelondinese, completa della rete di overground, national rail, double deckers, buses e compagnia, arriva dappertutto, ma ha prezzi piuttosto alti. Della serie che, se abitate in zone piu’ o meno centrali (zone 1 or 2), pagando un affitto altrettanto alto, arriverete a fine mese leggermente strozzati. E se invece avrete scelto di vivere fuori Londra, per ridurre i costi dell’affitto, sappiate che cio’ significa avere di fronte a voi almeno un’ora/due di spostamenti vari  per raggiungere la citta’, a meno di non dotarvi di un comodo e veloce scooter. Il mezzo piu’ comodo ed economico rimane, come in tutto il mondo, la bicicletta. Ma ricordate che le distanze, a Londra, possono essere notevoli.  Cio’ significa: gambe allenate e fisico  preparato alle intemperie.
  3. L’NHS, il servizio sanitario nazionale inglese, non aiuta certo la tranquillitá di una donna incinta al primo figlio con gli ormoni alle stelle: i controlli si limitano a qualche esame del sangue, qualche ecografia (circa una a trimestre, se ricordo bene), visite generiche dal GP (General Practitioner, l’equivalente del nostro medico di famiglia) per i controlli di routine. Il resto lo fa la natura. E nemmeno aiuta la tranquillitá di una neo-mamma impanicata dai frequenti problemi di salute di una piccoletta dalle difese immunitarie ridotte che ha appena iniziato il nido e che si ammala un giorno no e due si. Ah, giá: il nido… (o nursery) 
  4. Le nursery (sia quelle pubbliche – che hanno ugualmente un costo da asilo nido privato – che le strutture private) hanno liste d’attesa lunghissime. Lunghissime significa nell’ordine di anni: quando feci domanda per mia figlia, che allora aveva un paio di mesi, sapevo che il suo primo anno di vita lo avrebbe passato con me (grazie al cielo, da una parte!…), mentre capitava di incontrare mamme col pancione che giá facevano la domanda per uno sconosciuto nascituro dall’X (o Y) nome. Conseguenza: programmare il ritorno al lavoro diventa un terno al lotto, e generalmente si ricorre all’uso di childminders condivise (che altrimenti avrebbero rate mensili impagabili). Dato che i nonni, per una mamma expat, sono un po’ lontanucci. Conseguenza: Micro ha iniziato una nursery – privata – piú o meno ad un anno. Che poi abbia passato a casa con Mammadesign (piú o meno una settimana si e una no) i suoi primi due anni di asilo, poco importava: la rata mensile andava via ugualmente. 
  5. Argomento scuole: la scelta di una scuola dal livello piu’ o meno accettabile (il divario tra scuole buone – outstanding – e scuole “sufficienti” è molto alto) dipende olto spesso dal quartiere in cui si vive. Di qui la necessitá di scegliere un quartiere con una concentrazione discreta di scuole buone. Ed anche tra scuole dello stesso quartiere puό esserci molta differenza. Il problema è che generalmente ti accettano se vivi a meno di un miglio di distanza (spesso poche centinaia di metri ), e tradotto in soldoni questo significa doversi pagare un appartamento in una zona in cui gli affitti sono impagabili. E oltretutto il livello dell’insegnamento delle loro outstanding equivale a quello di una nostra normalissima scuola. Anzi, forse non ci arriva nemmeno. Le scuole cattoliche in genere hanno una buona reputazione, a Londra; forse per il contenimento del fenomeno del bullismo, che ormai dilaga ovunque, e per i valori che insegna – che, in una metropoli in cui bisogna imparare a farsi valere fin da subito, non sono cosa da poco. Ricordo che in alcuni quartieri i ragazzini si accoltellano come in tutte le metropoli del mondo. Anche se Londra l’aspetto della metropoli, non ce l’ha. 
  6. Altro punto a suo sfavore – ma in fondo l’ho giá detto sopra – le distanze. Che tuttavia la tube londinese riesce a contrastare in maniera esemplare (quando non e’ intasata, durante le rush hours). E che, per una mamma da sola con carrozzina o passeggino, puó diventare problematica. Meno male che esistono i bus – da evitare all’uscita delle scuole, comunque. 
  7. Le gaffes legate alla lingua, che all’inizio soprattutto, a causa di quel noto accento londinese, strascicato e singhiozzato, non è proprio facilissima da gestire al 100%.

Questa, a grandi linee, la mia esperienza dei sei anni passati nella cittá.

Mi viene il dubbio che, in realtá le, difficoltá degli anni londinesi siano piú che altro quelle che nascono assieme alla formazione di una nuova famiglia, oltre che quelle – oggettive – di una metropoli in cui il costo della vita rimane estremamente caro. Insomma, condurre un livello di vita piú  meno decente, a Londra è un’impresa discretamente impegnativa. Resta da capire quanto di piu’, rispetto alle nostre cittá italiane piu’ care.

Mi piacerebbe sapere anche l’opinione di voi, che a Londra ci vivete o ci avete vissuto. 
Per capire e per aprire un confronto. Condividete? Avete qualcosa da aggiungere o da ribattere? 

Chissá che in periodi migliori, a Londra, non ci torneremo. Con un conto in banca un po’ piu’ grasso, o con uno stipendio migliore, magari.

Dopotutto, io ho un’inglesina in casa.

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10 Comments
  • LaDivaDelleCurve

    21 Luglio 2013 at 18:14 Rispondi

    io a Londra ci sono stata spesso ma non vivendoci stabile, mia sorella ha fatto il college in uk e i miei genitori ci hanno vissuto qualche anno negli anni d’oro e mia madre ha ancora quel mito, ma posso dirti che leggendo le tue osservazioni sulla scuola mi viene da pensare che in realtà la scuola italiana con cui la paragoni si sia estinguendo anche qui. Mia madre insegna e vedo la differenza nel fatto che la percentuale di extracomunitari è aumentata, significa più bullismo, più criminalità, il seisema scolastico è cambiato nei vari anni e gli stessi insegnanti sono spaesati… Credo la cosa migliore è tenersi nei posti piccoli in inghilterra, ma certo non danno le stesse opportunità di una londra…

    • Mammadesign

      21 Luglio 2013 at 23:18 Rispondi

      Forse non hai tutti i torti, sulla scuola italiana attuale… e’ vero che il problema maggiore delle scuole inglesi e’ proprio questa disparita’ dovuta alla grossa immigrazione…

  • ElizabethB

    22 Luglio 2013 at 9:14 Rispondi

    L’ho vissuta poco, ma per quel poco ho potuto constare gli innumerevoli stimoli, occasioni, opportunità…il fascino, la bellezza, la libertà. Tutto vero. Londra però secondo me, come tante altre metropoli, è un posto ” da ricchi”. Provo a spiegarmi: se sei benestante (tanto benestante) hai la possibilità di vivere in un luogo che ti consente spostamenti accettabili in termini di tempo, il che ti regala la possibilità di usufruire di tutte le cose belle di cui sopra. Se abiti lontano da dove lavori, passi le giornate al lavoro e il viaggio (e a fare i conti per arrivare alla fine del mese) spesso non ti resta nè tempo, nè denaro per godere dei vantaggi che un luogo così offrirebbe.
    Detto ciò, io non ci vivo, ma l’adoro. O forse per questo l’adoro, non so!

    • Mammadesign

      22 Luglio 2013 at 15:11 Rispondi

      Tutto quello che hai detto e’ esattamente quello che penso.
      Anche io l’adoro, ed e’ vero che, se in Italia il lavoro non si trova, a Londra le cose vanno un po’ meglio (anche se pure li’ hanno risentito della crisi). Ma e’ anche vero che uno stipendio, per poter vivere decentemente a Londra, deve essere moooolto alto. Altrimenti vivi, ma con tutte le difficolta’ del caso.
      Certo, l’Italia per tanti versi, e soprattutto per i giovani, e’ diventata invivibile… quindi non mi sento di fare un paragone.

    • Anonymous

      26 Febbraio 2014 at 17:13 Rispondi

      Ragazze, io sono capitata qui per caso perché ho letto Londra e non ho resistito, può essere cara quanto Vi pare ma sapete cosa vuol dire vivere qui in Italia? Vi lamentate dei mezzi pubblici ma noi rischiamo la mattina di non arrivare a lavoro e la sera di non tornare a casa, paghiamo tasse come se abitassimo in Svizzera e abbiamo mondezza e un tasso di delinquenza che non ha eguali, qui ti ammazzano sulle strisce per la strada e ti ci lasciano pure, la gente è rabbiosa, ti spinge, ti pista, ti deve superare in qualsiasi cosa anche solo per camminare e magari per mettersi davanti e andare piano, nessuno chiede scusa e rode a tutti il c…..o. Londra è cara? ma perché Roma no? per un litro di latte e due ciabattine di pane si spendono 7 euro, il vestire non ne parliamo, a Londra non mi sembra sia così caro nei supermercati il fresco è scontato la sera tardi, qui te lo rifilano vecchio e pure scaduto se non te ne accorgi. Non esiste verde è tutto uno schifo, tutto a pezzi, strade rotte, palazzi fatiscenti, niente lavoro, negozi cinesi che hanno invaso tutto Roma e sporcizia ovunque, niente lavoro e tutti fanno come gli pare, negozi vuoti, scuole che cadono a pezzi e tasse da pagare per servizi che non ci sono.
      Io vado spesso a Londra perché mi piace e spero un giorno di poterci andare a vivere, o quantomeno vicino a Londra, devo aspettare che mio figlio termini l’Università qui, avendo già iniziato e poi niente mi impedirà di andare, anche perché ha 50 anni sto perdendo il lavoro e se perdo questo la realtà è tragica qui.
      Per cui non Vi lamentate, perché qui si sopravvive e senza niente in cambio, a Londra non mi sembra così, mi sembra che si possa ancora vivere in modo dignitoso, qui da noi no.
      Dimenticavo siamo anche piene di curdi, romeni e zingari, che occupano le strutture pubbliche, anche ospedali, che rubano, che girano in macchina ammazzandoti, perché ubriachi e drogati, a cui sono concessi tutti i diritti ma che nessuno caccia via a mazzate, nemmeno la gente. Siamo un popolo di magnaccioni, ladri e ipocriti, e mi vergogno di essere cittadina italiana.
      Ciao

  • Valentina VK

    22 Luglio 2013 at 15:13 Rispondi

    io ho un rapporto di odioamore con londra, dal mio punto di vista e’ fantastica se si e’ giovani e studenti: tanto tempo per stare sui mezzi pubblici, mille opportunita di lavoro, di conoscenza, di intrattenimento, di studio. Ancora va bene dopo, se si e’ single con un lavoro ben pagato. Ma nel momento in cui si entra nella necessita’ di vivere non piu’ in una stanza dentro un appartamento in condivisione e soprattutto di avere bambini…zero. Noi avevamo l opportunita di trasferirci li con la prima bimba e l abbiamo rifiutata a priori..x tutti i motivi da te analizzati con precisione!

    • Mammadesign

      25 Luglio 2013 at 16:15 Rispondi

      Concordo, difatti mi sarebbe piaciuto venirci prima di “metter su famiglia”!

  • Veronica

    23 Luglio 2013 at 0:39 Rispondi

    Ho letto con interesse e passione questo racconto su cosa sia vivere a Londra con bambini , un punto di vista il tuo , from the inside. Molto interessante per me che da sempre sogno di viverci essendo uno dei miei posti preferiti in assoluto. Un racconto, il tuo, molto lucido e abbastanza poco rosa e fiori. Come va li nella nuova casa? Un abbraccio v

    • Mammadesign

      25 Luglio 2013 at 16:17 Rispondi

      La casa è molto bella, e (per contrasto con Londra) la vita sembra molto più facile… Ma per il momento iamo in vacanza in Italia, ti saprò dire cosa significa viverci non appena inizierà la scuola! 😀

  • followingyourpassionSimona

    28 Luglio 2013 at 10:06 Rispondi

    Ciao… prima volta nel tuo blog!
    Che dire! Il mio ragazzo stà cercando lavoro proprio in quel di Londra e le cose che hai scritto fanno pensare. Mollare tutto, il mio mare, il sole, la schiacciata calda, le pizzette, gli scogli…. e mille altre cose non è facile!
    Io sono una quasi Architetta di Livorno (UniFi docet) quindi abbiamo qualcosa in comune!
    Complimenti per il blog, davvero interessante e ben fatto.

    In bocca al Lupo per questa nuova avventura.

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