Nuova routine
Mucca svizzera di Fabio de Poli, all’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, realizzata in occasione del progetto internazionale della Cow Parade. Foto tratta da Facebook. |
Siamo in Sweetyland dopo una scarsa settimana di mare. Perche’ per ferragosto gli svizzeri pensano bene che e’ ora di iniziare la scuola, invece di festeggiare con una sana grigliata. Cosi’ ci siamo giocati gran parte delle nostre vacanze d’agosto assieme alla cuginetta Mandorlina, da qui all’eternita’ (no, eternita’e’ una parola troppo grossa… da qui a quando resisteremo, che tanto non si sa quanto ci fermeremo sulle Alpi).
L’inserimento sta procedendo bene, dopo una prima settimana di “mammite” acuta e di sconvogimenti linguistici notevoli. La Micro British Girl, gia’ fortunatamente bilingue, e’ brava.
“Mamma, ma io non capisco niente!”
“Amore, sai, neanche io capisco niente di quello che dicono…”
“Hahahah! Non capiamo niente!”
Meno male l’ha presa bene….
“Ma impareremo presto, vedrai. Anzi, mi sa che tu capisci gia’ piu’ di me!”
In effetti, torna a casa che gia’ canta le canzoncine dell’asilo in swutzer duetsch ( che poi non so nemmeno come si scrive, ma spero lo capirete; perche’ qui il tedesco lo parlano in teoria, ma in pratica un po’ meno); e, spesso, gorgheggiando alla Heidi.
La scuola (cioe’ il Kindergarten – scuola materna -, la Micro British girl e’ entrata al secondo anno) inizia alle 8.00 di mattina. Otto in punto di mattina. Tutte le mattine.
Anche se la scuola e’ vicina, per noi tiratardi mediterranei e’ un trauma psicologico.
Vabbe’.
Orario: 8.00-11.40am.
Alle 11.40 le mamme svizzere, le tate, o i nonni, o chi per loro (o, spesso, anche nessuno – ma poi lo racconto) sono davanti a scuola a ritirare i bambini. Che hanno due rientri pomeridiani, dalle 13.40 alle 15.20. Altro shock culturale: i bimbi mangiano a casa. Cio significa che le mamme svizzere, o non lavorano, o si affidano ad altri. La Micro British Girl, per tre giorni a settimana, e’ stata affidata ad una struttura privata che manda le sue insegnanti a prenderla a scuola (a piedi, 20 minuti di cammino assieme ad altri bimbi della stessa scuola o di scuole vicine – con sole, acqua, neve o vento che sia), le da’ il pranzo (che puntualmente lei non mangia, dato il suo palato abituato ai sapori italiani), la tiene un pomeriggio e gli altri due la riporta a scuola. Gli “inserimenti”, quindi, in totale, sono stati due, non uno. Questo il motivo per cui Mammadesign e’ praticamente sparita dalla circolazione per un po’.
Adesso la routine inizia a marciare, anche se Mammadesign, alle volte, si dirige verso la scuola per verificare come procede e dare un abbraccio alla sua cucciola.
C’e’ un momento in particolare che le crea ansia: quei due pomeriggi di rientro, quando la maestra della struttura riaccompagna i bambini a scuola e li lascia li’ da soli, nel giardino della scuola, spesso sopra alla “nave dei pirati” (una struttura in legno dove i bimbi si arrampicano) per quei 5-10 minuti prima che la teacher apra la porta di classe.
Soli. Senza alcuna supervisione adulta. Un branco di cinquenni urlanti e scalpitanti.
Cosi’ Mammadesign, in realta’, alle ore 13.30, scende a valle, si affaccia dalla terrazza sovrastante il giardino della scuola, e verifica lo stato di salute della Micro British Girl. Alla Fantozzi, insomma.
Mentre gli altri bambini, svizzeri al 100%, gia’ a 5 anni vengono mandati da soli a scuola da casa.
Inconcepibile, per una che viene da Londra.
In ogni caso, anche se ne approfittero’ sicuramente per dargli qualche lezione di educazione stradale, credo che finche’ potro’ la accompagnero’ a scuola. Perche’ fidarsi e’ bene, ma non fidarsi e’ meglio, considerato che secondo l’Ufficio Prevenzione Infortuni svizzero i bambini vittima di incidenti stradali sul percorso casa-scuola rimane piuttosto alto (300 l’anno). A questo proposito, lo stesso ufficio, fornisce una serie di opuscoli in .pdf da scaricare, che possono essere utili per capire le abitudini del paese e aiutare il bambino a prendere consapevolezza dei pericoli della strada.
Rimangono scoperti, tuttavia, sempre quei 5 minuti di quasi abbandono nel giardino della scuola.
La faccio troppo tragica?
Nell’attesa di trovare definitivamente un ritmo (se mai succedera’), l’abitudine di Mammadesign di scrivere su questo blog la sera verra’ definitivamente abbandonata (forse). Ma ci saranno altri momenti dedicati. Perche’ ormai bloggare e’ una droga. E la testa frulla piu’ che mai.
Nel frattempo… Gruezi mitteinand! (il saluto che si fa la gente per strada in questo cantone alpino)
P.S. Ringrazio Homedemamma, che vive in zona da qualche tempo, per gli utili consigli e links sulla vita scolastica di questo paese.
M di MS
26 Agosto 2013 at 16:07Questa estate ho familiarizzato con una mamma italiana che vive nella Svizzera francese e mi raccontava di questi orari assurdi per il pranzo. Mi diceva anche che scherzetto le costa il servizio di prelevamento + mensa + riporto a scuola. Gulp!
Mammadesign
26 Agosto 2013 at 21:51Esatto. Non e’ proprio un modello di modernita’…
Si torna a ricorrere ai nonni (quando ci sono), alle tate (che costano), alle au pair, o ai servizi privati (che costano lo stesso). Essere mamma lavoratrice e’ gia’ di per se’ una cosa complicata. Se a questa complicazione si aggiunge la complicazione di un sistema che non aiuta, hai voglia ad entrare nella modernita’…
lacasasullaScogliera
27 Agosto 2013 at 9:18Finalmente ti ho ritrovata! Ho fatto un cambio drastico di computer ed un sacco di cose chissà perché si son perse nel web… son d’accordo con te. Ma perché lasciare i pargoli soli soletti in un momento del mattino e del pomeriggio in cui son agitati o stanchi? Matilde tornerà da scuola da sola solo ora, che di anni ne ha 9… e nemmeno sempre, perché ha già messo le mani avanti chiedendomi di andarla a prendere nei giorni delle interrogazioni e delle prove… praticamente sempre…..
Baci
Elli
Mammadesign
27 Agosto 2013 at 12:25Beh, non ti sei persa molto… son rimasta ferma per un po’! 😀
Mammadesign
27 Agosto 2013 at 12:27Infatti mi sembra un po’ prematuro a 5 anni…. Io andavo a scuola da sola a 7 anni, ma erano altri tempi e una piccola citta’. E c’erano i vigili che ti facevano attraversaer le strade.
Cì
27 Agosto 2013 at 16:03che trauma, scusa, non dvrei dire così. E’ che son choccata perchè poche ore fa ho chiamato la nostra futura scuola per aver informazioni sugli orari del primo giorno e mi hanno detto che per via delle autonomie loro inziano alcuni giorni prima (con un orario più lungo di quel che mi aspettavo) e io son sottosopra perchè avevo in mente di stare al mare qualche giorno prima della scuola. Vedi anche in Italia ci possono esser svolte svizzere e traumi per le madri…
In bocca al lupo!