30 Agosto 2013
In
My life, Vita da expat, Vita da mamma
Tempi lenti
In Sweetyland i tempi sono rallentati.
Soprattutto nella citta’ di G., dove la gente si saluta per strada pur non conoscendosi e le mucche pascolano allegramente nei prati delle due colline che sovrastano la citta’.
Le scuole iniziano alle 8.00am. Le madri di famiglia, alle 8.30am, hanno gia’ fatto tutti i loro giri di routine: poste, supermercato, bancomat, giornalaio. Favorite dalle dimensioni ridotte della capitale del cantone (15 minuti di cammino, dalla collina al centro citta’), dal traffico automobilistico praticamente inesistente, dalla perfetta organizzazione della vita. Siamo in Svizzera, d’altronde: uno dei paesi europei in cui la qualita’ della vita e’ considerata tra le piu’ alte di tutto il continente. Un contrasto forte con Londra, la metropoli che ti strapazza e ti sbatacchia a destra e a sinistra per 24 ore al giorno sette giorni su sette.
Un respiro di sollievo, per chi e’ abituato a correre.
Eppure, venendo da Londra, questa tranquillita’ acquisita pare surreale: una vacanza permanente, un paesaggio bucolico, un luogo alle porte del paradiso; le montagne che ti guardano, l’ossigeno che ti nutre, il sole che ti inebria dei suoi raggi. Nonostante l’organizzazione scolastica, priva di mensa, con due rientri settimanale di un’ora e mezza ciascuno. Nonostante il fatto che le mamme (che spesso non lavorano ed hanno due/tre figli a testa), qui, siano vincolate a star dietro alla prole per la maggior parte del tempo. Nonostante debbano, per insegnare ai figli quei valori amicizia, educazione e sana socializzazione che a Londra paiono perduti, a mandare i bimbi dagli amichetti ogni pomeriggio e a riprenderli dopo un’oretta, o ad averli in casa piu’ o meno tutti i giorni. Si potrebbe lasciare la porta di casa tranquillamente aperta, senza correre pericolo alcuno. Anzi, in molti lo fanno.
Eppure, venendo da Londra, questa tranquillita’ acquisita pare surreale: una vacanza permanente, un paesaggio bucolico, un luogo alle porte del paradiso; le montagne che ti guardano, l’ossigeno che ti nutre, il sole che ti inebria dei suoi raggi. Nonostante l’organizzazione scolastica, priva di mensa, con due rientri settimanale di un’ora e mezza ciascuno. Nonostante il fatto che le mamme (che spesso non lavorano ed hanno due/tre figli a testa), qui, siano vincolate a star dietro alla prole per la maggior parte del tempo. Nonostante debbano, per insegnare ai figli quei valori amicizia, educazione e sana socializzazione che a Londra paiono perduti, a mandare i bimbi dagli amichetti ogni pomeriggio e a riprenderli dopo un’oretta, o ad averli in casa piu’ o meno tutti i giorni. Si potrebbe lasciare la porta di casa tranquillamente aperta, senza correre pericolo alcuno. Anzi, in molti lo fanno.
Il contadino in fondo alla strada lascia addirittura la cassetta dell’incasso del suo negozio (una baracca in legno nel cortile della fattoria) aperta. I clienti entrano, prendono i prodotti da soli, fanno le loro somme su un blocchettino di carta posto accanto alla cassa (o con la calcolatrice saggiamente fornita), lasciano i soldi nella suddetta cassetta, e se ne vanno. Mentre lui munge le mucche, da da mangiare alle galline, coglie le mele o vanga il suo orto.
La gente passeggia per strada con le racchette da sci, tagliando per i sentieri dei boschi sulla collina, ti saluta e continua il suo esecizio quotidiano; qualcuno corre nel parco, tra gli stambecchi e i cervi; qualcun’altro arriva, vestito di tutto punto, alle 8.00 di mattina con il bus per entrare in ufficio. I bambini vanno a piedi a scuola (anzi, gli insegnanti pretendono che il bambino vada a iedi per conoscere il percorso casa-scuola). Tutto in orario perfetto. Tutto limpido e funzionante. Quasi asettico.
Ci mettero’ un po’ di tempo, per abituarmi a non correre e a non rincorrere.
Per adattarmi a questo nuovo stile di vita che mi aspetta, una volta finito di sistemare tutto quanto.
Un po’ sonnolento, languido, pacato.
Uno stile di vita al quale faro’ fatica ad abituarmi, detto tra noi….
La gente passeggia per strada con le racchette da sci, tagliando per i sentieri dei boschi sulla collina, ti saluta e continua il suo esecizio quotidiano; qualcuno corre nel parco, tra gli stambecchi e i cervi; qualcun’altro arriva, vestito di tutto punto, alle 8.00 di mattina con il bus per entrare in ufficio. I bambini vanno a piedi a scuola (anzi, gli insegnanti pretendono che il bambino vada a iedi per conoscere il percorso casa-scuola). Tutto in orario perfetto. Tutto limpido e funzionante. Quasi asettico.
Ci mettero’ un po’ di tempo, per abituarmi a non correre e a non rincorrere.
Per adattarmi a questo nuovo stile di vita che mi aspetta, una volta finito di sistemare tutto quanto.
Un po’ sonnolento, languido, pacato.
Uno stile di vita al quale faro’ fatica ad abituarmi, detto tra noi….
Dovro’ andare alla scoperta di Zurigo, che altrimenti il mio spirito d’esplorazione rischia di arenarsi nella comodita’ di una vita borghesissima ed apparentemente perfetta.
letizia
30 Agosto 2013 at 11:12Ma dai, la storia del contadino è fantastica..sembra di vivere in un romanzo!!
Morna
30 Agosto 2013 at 11:16wow, qui non è così diverso, ma quella pace mi ispira!!!
Cristina
30 Agosto 2013 at 11:27Direi che è proprio un mondo sweety 🙂 In effetti il cambiamento è notevole e come tutte le cose ha lati positivi e negativi. Una cosa non è cambiata scrivi sempre benissimo, che tu sia nella frenetica Londra o nella sonnolenta Sweetyland!
Mammadesign
30 Agosto 2013 at 23:54Te l’ho mai detto che mi dai la carica?
monica gigante
30 Agosto 2013 at 11:59Ciao carissima,
mi pare un po’ il salto che ho fatto io qualche mese fa da lisbona alla boemia meridionale (a due passi dalla baviera, per intenderci), con qualche distinguo ovvio, ma sempre da capitale a placida e organizzata vita in campagna.. solo che qui ecco nn sono molto friendly e questo fa una bella differenza.
Nonostante tutto, questo posto bellissimo e e verdissimo non mi piace affatto… ho deciso che non voglio abituarmi, né ambientarmi e tanto meno imparare a sciare, che mi ha sempre fatto schifo ;)per non parlare della lingua, impossibile…
ma abbiamo in programma di tagliare la corda quanto prima… poi non si sa mai!!!!
Scusa se mi permetto, una precisazione: non passeggiano con le bacchette da sci, si chiama nordic walking…e anche io lo pratico e lo consiglio a tutti (vedi che un po’ nordic lo divenni pure io )
scriverò di questa mia avventura boema e ti mando i ling 🙂
abbraccione 🙂
Mammadesign
30 Agosto 2013 at 23:54Si, lo conoscevo ma li’ per li’ non mi veniva!!!!! 😀
ElizabethB
30 Agosto 2013 at 12:25Capisco l’impatto del paragone con Londra, immagino sia come cambiare pianeta, forse Galassia. Però mi sembra che la qualità della vita sia eccezionale e non credo ci sia nulla di più prezioso. Te lo dice una che Londra la sogna, la adora, ma non ci vive (ci sono vissuta per pochissimo). Londra è sempre là, mica scappa!
Gabriella Carofiglio
30 Agosto 2013 at 12:55sembra quasi finto, a una cittadina del sud come me, che vive tra la cordialità (non sempre scontata e non sempre esplicita) dei concittadini, alternata a forte mancanza di fiducia ugualmente propria del mio popolo. Una come me che non lascerebbe mai la porta di casa senza ferro, figuriamoci aperta. Però magari sarebbe bello provare a vivere da te. Aspetto nuovi aggiornmenti! 🙂
Mammadesign
30 Agosto 2013 at 23:58Infatt, sto riscoprendo certi valori che credevo perduti….
Valentina VK
30 Agosto 2013 at 13:43i sembra di rivivere i miei inizi nella campagna ginevrina…e direi che sei fortunata perche’ zurigo e’ piu’ grande come citta’ su cui andare a cercare stimoli e c’e’ un negozio di libri in inglese gigantesco, mentre a ginevra ci sono due payot con una selezione striminzita
Mammadesign
30 Agosto 2013 at 23:55Dimmi dove, exactly!!!!!
Valentina VK
31 Agosto 2013 at 21:47e’ sulla strada principale di fronte alla stazione centrale dei treni (banhoff strasse appunto), non ti puoi sbagliare.
ti metto qui il link della mappa preso da spottedbylocals nella versione zurigo, spotted by locals se non lo conosci e’ una piattaforma di info su tante capitali europee dove trovi descrizioni di posticini, eventi e altre cose interessanti per conoscere una citta’ da expat.
http://www.spottedbylocals.com/zurich/map/spot/orell-fussli-the-bookshop
Atelier Buffo
30 Agosto 2013 at 14:30Surreale!! Io vivo ancora a Londra (mi sa che ci staro’ per un bel po’)… che shock deve essere!
Mammadesign
30 Agosto 2013 at 23:56Surreale e’ la parola giusta….
Francesca
30 Agosto 2013 at 15:35Però come lo descrivi sembra un paradiso!!! Magari da intervallare ogni tanto con qualche giro in città ;-))
Roberta
30 Agosto 2013 at 17:31Ci ho messo un anno ad abituarmi ai ritmi di Losanna e al tipo di vita svizzera ma adesso che sono lontana tu non sai quanto mi manca!!!! Diventerà parte di te “ovunque” sarai….a Dublino per esempio ho resistito 6 mesi e poi abbiamo cercato un villaggio sul mare…..dove è tutto a portata di “piedi”. Buon preseguimento!!!
Mammadesign
30 Agosto 2013 at 23:57E’ un altro mondo, si. Un altro mondo. Da esplorare e assaporare….
nata disordinata
31 Agosto 2013 at 10:54Sembra quasi non esistere un posto così…e soprattutto venendop da Londra dev’essere stato un bel colpo!
Mamma Avvocato
1 Settembre 2013 at 13:09Non credo che, a lungo termine mi piacerebbe se è tutto così perfetto, non che dove vivo ai sia molto diverso, quasi noioso, però per fortuna c’è il lavoro!!!