Il rapporto genitori-insegnanti nelle scuole svizzere: storia dell’inserimento di una mamma e una figlia.
Sara’ che vengo da Londra, dove tutto corre, tutto e’ competitivo ed anche un po’ disumanizzato.
Sara’ che vivo (adesso) in una piccola citta’ di poco piu’ di 80.000 abitanti, dove la gente si saluta per strada incontrandosi e i rapporti umani e civili sono la base del corretto funzionamento della societa’.
Sara’ che esistono ancora certi valori, che nel frenetico mondo contemporaneo sembrano schiacciati da individualismo, competizione e regole di mercato.
Insomma, tutto questo per dire che (fortunatamente) mi stupisco ancora di fronte alla gentilezza delle persone. No, perche’ io a questo tipo di rapporti, cosi’ rispettosi, vicini, e attenti, mica ci sono piu’ abituata. Okey, mi spiego che senno’ non si capisce niente.
Stamattina la solita maestra del Kindergarten di Micro e’ assente da scuola per un corso di aggiornamento (e gia’ questo, in Italia, sarebbe un’utopia). La sostituisce la sua assistente, che viene normalmente un paio di giorni a settimana a darle man forte. Quindi Micro la conosce gia’. Ma stamani la sua amata routine quotidiana ha subito uno scossone, facendola andare nel pallone piu’ totale:
“Mamma, non voglio fare la ginnastica!”
“Diglielo!”
“Ma non so come dirglielo!” (cucciola…)
“Dille Ich moechte nicht das machen (che gia’ non e’ corretto di per se’, ma insomma, si capisce).”
“No, cosi’ non voglio dirlo.”
“Allora diglielo in inglese: I don’t like it! I’m scared!” (che poi chissa’ perche’, ha paura di fare certe cose a ginnastica…)
“Uuuuaaaaaaaaaaaahhhhh!!!!!”
Disperazione e lacrimoni.
“Ok, glielo dico io, alla maestra.”
Conclusione: la ginnastica, oggi non c’e’, per fortuna.
“Mamma, NON voglio andare a pranzo all’altra scuola!”
(in effetti, il pranzo alla mensa non lo mangia, ed e’ una tragedia tutte le volte)
Altra discussione con conseguente opera di convincimento.
Il tutto li’, all’ingresso di scuola, nella stanza guardaroba. Mezzi affogati dalle lacrime.
“Mamma, stai con me TUTTO IL GIORNO! Mi manchi trooooppo!!!!”
Beh, dopo un quarto d’ora di abbracci, coccole e tentativi di lasciarla alla maestra, ho dovuto appiccicargliela in collo a mo’ di coala coatto. In pianto, ovviamente.
Non so per quanto tempo le sia rimasta attaccata; so solo che dopo un paio d’ore mi sono vista recapitare sul cellulare una foto della bimba sorridente impegnata a giocare, e un sms: “Buongiorno, solo per dirle brevemente che qui da noi va tutto benissimo! Cari saluti, A.S.”
Maestre di scuola materna che sanno fare il loro mestiere.
La stessa cosa era successa un’altra volta, nelle prime settimane di inserimento. E anche li’, dopo un quarto d’ora, l’altra maestra, Frau T., mi aveva addirittura telefonato dicendomi che era tutto ok e la bimba stava bene.
Che poi io lo so che magari tanto bene non sta, ma e’ brava e si arrangia. E soprattutto, per fortuna, si distrare. Ha bisogno dei suoi tempi, per prendere fiducia, tutto qua.
Morale di tutto cio’: l’inserimento non e’ solo dei bambini, ma anche dei genitori. E il comportamento delle maestre gioca un ruolo fondamentale in questo: costruire un rapporto di fiducia reciproca genitori-insegnanti e’ il primo passo per avere un bimbo sereno a scuola. Non parlo da esperta del settore, solo da mamma; non me ne vogliate.
E se in parte credo che sia una questione culturale (me lo conferma il fatto che sia una prassi comune ad entrambe le maestre), e di preparazione scolastica degli insegnanti stessi, dall’altra credo fortemente che questo tipo di approccio possa essere utile anche ai nostri insegnanti italiani, ai quali magari tutto cio’ non viene insegnato.
Mi piacerebbe sapere cosa pensano le maestre italiane di scuola materna, dato che il mio metro di paragone e’ piu’ che altro l’Inghilterra.
Raffa ella
26 Settembre 2013 at 14:09…infatti è l’insegnante a dover gettare le basi per la costruzione del rapporto 😉
(un’insegnante) 🙂
Mammadesign
26 Settembre 2013 at 22:39un’insegnante attenta! 🙂
Palmy
26 Settembre 2013 at 21:02Ma che bella cosa! un sms, una cosa semplice eppure bellissima, grazie di averlo raccontato, ne farò tesoro per la mia esperienza di preside…
Mammadesign
26 Settembre 2013 at 22:39Grazie a te per il feedback!
Si, sono cose da raccontare e da tenere presenti, per chi lavora con bimbi e genitori!
mammapiky
26 Settembre 2013 at 22:22Devo dire che quando mandai mio figlio al nido, l’inizio fu piuttosto difficile e le maestre si comportarono proprio così. So che sono stata fortunata e che forse la nostra fu un’eccezione purtroppo.