Quinta malattia
A Londra i GP li chiamavano tutti virus, indipendentemente da cosa fossero.
Qui in Svizzera anche, pero’ te lo dicono dopo averti fatto migrare tra pediatra e specialisti vari.
A volte l’azzeccano alla prima, in ogni caso sicuramente ti danno una cura (naturale o meno) per far stare il tuo pargolo un po’ meglio.
Insomma, la conclusione delle migrazioni tra i medici adesso ha un nome: Parvovirus B19, che poi non e’ altro che quella che in Italia chiamano quinta malattia.
Quando, a Londra, un paio di anni fa, la piccola Micro ebbe una brutta allergia (che chissa’ poi se era davvero allergia o altro) feci il giro dei pronti soccorsi, consultando anche il nostro pediatra in Italia per avere un parere e chiedergli se esisteva qualche rimedio che poteva aiutarla (lei piangeva come se le avessero inflitto la peggior tortura, mentre Mammadesign aveva letteralmente le mani nei capelli e la tachicardia a palla). Alla terza volta in Pronto Soccorso, supplicante, quella stessa Mammadesign che a quel punto se ne fregava di apparire ansiosa e capace di puro melodramma italiano – lei, che le emozioni cerca di solito di trattenerle in stile inglese – e’ riuscita a farle dare il cortisone, e di li’ in poi le cose sono andate a migliorare.
Beato il pediatra italiano che gliel’ha suggerito telefonicamente.
In Svizzera son precisi e meticolosi; e anche se i meccanismi sono complicati e articolati come quelli di un orologio, alla fine il meccanismo fa il suo dovere.
Tutto questo, poi, per il nostro gusto tutto italiano di sapere che cosa hanno i nostri figli, che ti da’ quella stupida sensazione di avere le cose sotto controllo. In fondo, non hanno ragione gli inglesi, che le cose passano da se’?
Ok, lo ammetto: la cosa va bene finche’ si tratta di un virus, ma anche i virus possono prendere in forma proprio brutta e non vanno sottovalutati. Quando Micro prese la varicella sembrava avesse la peste bubbonica da quanto era piena di bolle. Ogni centimentro del suo piccolo corpicino era invaso dal nemico. perfino i posti meno impensati. Tutto perche’ non le avevo fatto il vaccino contro la varicella, suggerito invece dal pediatra italiano. La portammo sia dal GP che al Camidoc (una struttura che fa servizio medico fuori orario), piu’ di una volta, spaventando clienti e seminando il terrore per le strade londinesi (!), e l’unica cosa che seppero dirci fu di farle bagni tiepidi nel bicarbonato di sodio, che disinfetta la pelle ed evita le infezioni.
Povera piccola, aveva un anno e mezzo.
Lo so, con questo post ho appena terrorizzato le neo-mamme in procinto di trasferirsi a Londra o li’ appena arrivate. Il mio consiglio e’ presto detto: procuratevi un pediatra privato d’emergenza, a Londra, soprattutto se avete una buona assicurazione privata e se siete persone ansiose come Mammadesign. In caso contrario, e per figli piu’ sani e grandicelli o mamme gia’ esperte del loro ruolo, andate tranquille.
Intanto il sistema privatizzato svizzero a me sta togliendo un po’ di ansie, anche se e’ un po’ sonnolento come il paese che lo ha creato.
Ora parlatemi un po’ dell’Italia, mamme che mi leggete, o delle citta’ che vi ospitano. Sono curiosa.
Valentina VK
23 Gennaio 2014 at 12:46guarda quando mi lamento del sistema polacco perche’ mi manca tanto quello francese, penso alle mie amiche a londra e mi dico vabbe’ poteva essere peggio 😀
Lauryn
23 Gennaio 2014 at 17:12è da quando mi sono “appassionata” all’espatrio che mi sono informata sulla situazione Uk, e non mi tranquillizza. Mi finisco le vaccinazioni pediatriche qui, dovessi rimanere incinta di nuovo vengo a partorire in Italia e sicuramente manterrò i contatti con cugino farmacista e sua moglie dottoressa 😀
Mimma Zizzo
23 Gennaio 2014 at 20:10Qui in Kuwait esistono protocolli a medicine italiane. Poi anche qui come in Italia la differenza la da il medico , però mi ha rassicurati molto capire cosa davano a mia figlia !
Mamma Avvocato
11 Febbraio 2014 at 23:54Be’ io con il pediatra in Italia mi trovo bene e quando proprio volevo un secondo consulto, sono andata da quella che era la mia pediatra, che non mi ha neppure fatto pagare nulla, passando dopo le sue visite ordinarie.
L’unico inconveniente sono gli orari di ambulatorio, scomodi se lavori, però non si può avere tutto!