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Di cicatrici ed entusiasmo

Si sono cose che accadono. E che ti segnano, inevitabilmente.
Come quando cadi dalla bicicletta, all’inizio, mentre stai imparando.
Ti sbucci il ginocchio, rimonti in sella e ricominci a pedalare, più timoroso e meno gioioso.
Quell’entusiasmo che avevi prima è scomparso: la gioia del riuscire a pedalare è cascata assieme a te, ed il suo peso è tutto sul tuo ginocchio. Hai paura di poter cadere di nuovo, sulla stessa ferita.
Fa male, un ginocchio sbucciato.
Poi magari non caschi più: impari, tentennando per la paura, ma poi prendi il via.
Più veloce del vento.
C’è chi ha la fortuna di imparare ad andare in bicicletta subito, senza ginocchia sbucciate, senza ferite, senza cadute, e magari casca in seguito per qualche altra ragione (un sasso, una buca, una macchia d’olio).
Io ho intenzione di arrivarci, allo stare in sella sulla mia bicicletta, felicemente e con entusiasmo.
Forse anche meglio di altri, perché no? Quella caduta iniziale mi ha aiutato a concentrare l’attenzione sulle pedalate, sul percorso, sulla mia capacità di mantenere l’equilibrio. Eppure so che qualunque cosa succeda da ora in poi, qualunque cosa faccia, niente sarà più come prima: quella cicatrice sul mio ginocchio non se ne andrà. Anche se la caduta mi ha aiutato a fare più attenzione al sentiero.
 
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