2016: obiettivi, non buoni propositi.
L’anno scorso, all’inizio di gennaio, scrivevo questo post: un augurio per me, che stavo uscendo (o almeno tentavo di uscire) da un periodo buio e difficile (una perdita in gravidanza che mi aveva emotivamente rivoltata come un calzino), un augurio per tutti – quello di iniziare da un buon decuttering esteriore ed interiore per procedere lungo il proprio cammino con rinnovato entusiasmo, con obiettivi precisi (i buoni propositi non servono).
Quei cocci si sono ricomposti nel corso del 2015 – anche dentro, non solo esternamente, non senza sofferenza ma con tanta fiducia, tanto riscoperto amore (grazie ancora, fagiolino mio che sei lassù), tanta gratitudine per ciò che fino a qui ho costruito, e tanta voglia di prendermi cura di me stessa come mai forse è successo nella vita.
Mi chiese l’anno scorso un’amica quali erano gli obiettivi che avevo intenzione di raggiungere nel 2015. Di quelli, un paio li ho realizzati, altri non ancora – forse perché non li avevo espressi con abbastanza convinzione, o forse perché non mi appartenevano. In realtà pensavo ancora in termini di buoni propositi, e i buoni propositi – si sa – sono fatti per essere scritti sull’agenda all’inizio dell’anno e poi rimanere lì per non essere più guardati perché le pagine e i giorni vanno avanti e non indietro.
Più difficile è guardarsi dentro e decidere gli obiettivi per te stesso e senza condizionamento alcuno.
Ma l’anno scorso, a gennaio, mese in cui avrebbe dovuto nascere il fagiolino, non ero ancora interiormente “ricomposta”; figuriamoci se potevo riuscire a mettere gli occhi in quel <<dentro>> carico di emozioni e formulare una qualche idea su propositi e obiettivi dell’anno entrante.
Sono passati 12 mesi da allora. Il tempo è un grande aiuto, quando c’è bisogno di fare chiarezza. Anche cambiare prospettiva è un ottimo modo per lavorare su di sé, non solo sugli ambienti architettonici, come suggerivo a dicembre nel calandario dell’Avvento elaborato per questo blog.
La prospettiva, in effetti, l’ho cambiata: sono tornata in queste vacanze natalizie a Londra, la città che ha visto nascere la mia piccola famiglia, il mio interesse per il design e gli spazi dedicati ai più piccoli, nonché questo blog e tante altre cose. Una toccata e fuga, per la verità, pochi giorni di respiro e di risate assieme. Ma tanto è bastato, per vedere le cose con uno sguardo diverso.
Un vero viaggio di scoperta non e’ cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi. (Marcel Proust)
Londra. Quella Londra che rimpiangevo di aver lasciato, assieme ai nostri ricordi migliori, alle speranze dei primi anni, agli entusiasmi, alla sua vivacità culturale, al carico di vita che si porta dietro. Quella Londra capace di darmi nuova energia ad ogni visita.
Proprio a quella Londra lì, questa volta, mancava un pezzo, un pezzo di vita che si è staccato da quella città e che risiede ora tra le montagne della Svizzera.
E, forte, è arrivata la consapevolezza che la felicità non abita in un posto (che può piacerti di più o di meno), ma te la porti dietro e te le costruisci ovunque. Basta non perderti, lavorare sodo ed avere la certezza che tu sei la tua casa.
Quindi niente buoni propositi quest’anno, solo obiettivi.
La mia lista l’ho già compilata. Tu sei pronta?
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