Lo stupore materno
Una delle cose che, in quanto madre, continua a meravigliarmi, sono i piccoli progressi quotidiani di mia figlia.
È una storia iniziata tanto tempo fa, in una sala parto (anzi, per la precisione in una sala operatoria, avendo fatto un cesareo), con il suo primo pianto a pieni polmoni che ha riempito l’aria asettica e tesa della stanza di nuova vita, sciogliendo la tensione del parto in fiumi di lacrime fino a quel momento trattenute.
Poi, dopo i controlli di routine, avvolta in un asciugamano bianco, violacea e con i pochi capelli da pulcino ancora umidi in testa, l’hanno portata a me. L’ho salutata, accarezzata, nominata. Aveva gli occhi aperti, curiosi sul mondo. Forse il suono della mia voce in quel preciso istante era il suo mondo, chissà. La prima meraviglia: il nostro contatto visivo (che non mi aspettavo, perché mi avevano sempre detto che i neonati tengono gli occhi chiusi, all’inizio).
Ogni giorno, a quel tempo, era una scoperta. Io conoscevo lei, lei scopriva il mondo; prima attraverso me, poi autonomamente. Poco importa che il suo mondo, in quell’epoca, fosse limitato alla mia tetta. 🙂
Con il passare del tempo il mio stupore non si è arrestato; anzi, è peggiorato visibilmente.
«Guarda, si tiene il biberon da sola!», dicevo meravigliata a mio marito (che ovviamente non capiva cosa ci fosse di tanto eccezionale).
«Guarda, si è infilata il ciuccio da sola!».
[A questo punto vi chiederei di non iniziare una polemica su ciucci e allattamento surrogato che non è l’argomento di questo mio post].
«Guarda, sta esplorando le mie labbra! Il mio naso! I miei capelli!».
«Ahia! Ha scoperto che si possono tirare.» -_-
«Guarda, ha imparato a fare le pernacchie!!!!»
«Ranocchietta mia, mi hai fatto un sorriso! Che emozione!».
E via di questo passo, per ogni piccola quotidiana novità.
«Guarda, sta provando a gattonare!»; e ne sarebbe passato di tempo, ma neanche questo è l’argomento del mio post.
«Braaaavaaaa amore mio, sei rimasta in piedi dieci secondi TUTTA DA SOLA!»
(ora che ci ripenso, certo che ci rincoglioniamo parecchio noi mamme…:D)
Quella bimba ha iniziato a mangiare le pappe, ad andare alla nursery, a parlare inglese, italiano, e poi – una volta in Svizzera – tedesco ed anche svizzero-tedesco. A salire sullo scivolo (quello lungo di Highbury Fields – avete idea di quanto sia lungo? – quando ancora non sapeva nemmeno salire le scale senza inciampare nelle proprie gambe perché i gradini erano troppo alti), a spingersi da sola in altalena, ad arrotolare l’altalena e srotolarla perché chissà cosa ci sarà di così divertente nel fare il mulinello, ad arrampicarsi in posti impossibili con una forza di volontà che neanche Rocky Balboa, mentre una mamma un po’ “matura” le correva dietro con il fiato corto e l’ansia a tremila. La stessa mamma che ad ogni novità della bambina una volta rimaneva a bocca aperta dallo stupore, un’altra si faceva venire un infarto per sostenerne le prodezze. E intanto quel piccolo esserino barcollante andava alla scoperta del mondo e dei suoi limiti. My God!
E poi crescono.
Iniziano a risponderti per le rime, a rimproverarti cose che tu caschi dal pero e che ti squartano in due (è lì che scopri il potere incredibile delle madri di ricomporsi senza batter ciglio), a pretendere di essere serviti e riveriti, a buttare giacche e cartelle in terra quando rientrano da scuola (ma che vuoi, sono entusiasti…), a farti impazzire per fare i compiti, a farti ridere a crepapelle quando fanno gli scemi.
Crescono e continuano a stupirti.
Ogni giorno, ancora, senza sosta; nel bene e nel male. Il male di solito è solo perché devono ancora crescere e scoprire cose, non perché sia male in assoluto; sono solo un po’ immaturi (ci mancherebbe, rispetto a te che hai XX ani di più!). Il bene invece è quando improvvisamente si rivelano, quando tu genitore un bel giorno apri gli occhi e vedi tuo figlio come un individuo che sta prendendo la sua strada, quando lo scopri sotto una luce nuova, quando sviluppa lati del carattere che non ti aspettavi e che ti chiedi da dove siano venuti o da chi cavolo li abbia presi. Tipo che ieri ha preso in giro te e il suo papà facendovi schiantare dalle risate. Lei, quella che fino a ieri si trastullava nella culla e piagniucolava ad ogni graffio. La stessa che guardava il mondo con curiosità appena affacciatasi alla vita.
Che cosa fantastica lo stupore materno.
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