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“Non ho capito proprio proprio bene….”

“Ciccia, ti sei divertita ieri, nel bosco, con la scuola?”
“Si mamma, tantissimo!”
“Uh che bello! E cosa avete fatto?”
“Abbiamo fatto tanti schneeman (= pupazzi di neve) e poi abbiamo fatto una casetta per gli uccellini. Penso eh…? Non ho capito proprio proprio bene…”


Ho uno strizzone al cuore, quando mi dice cosi’, sul serio.


E’ brava.

Se penso a quello che le stiamo imponendo ora, perche’ possa essere la sua fortuna in futuro, mi chiedo ogni giorno se sia davvero la cosa giusta.

Gia’ in situazioni normali i bambini devono affrontare cose difficili di per se’, nel crescere: il distacco dalla mamma e dalla famiglia, l’inserimento nella scuola, il rapporto con insegnanti e persone che non conoscono; cambi di casa, traslochi e, sempre piu’ spesso, anche il traferimento in citta’ diverse, a causa del lavoro e delle scelte dei genitori. 
Gia’ sono soggetti non ancora strutturati, e quindi piu’ deboli, piu’ bisognosi di attenzione e di cure, piu’ a rischio di soprusi da parte di tutti.
Quando poi cambia anche il paese, la lingua, il dintorno in toto, tu, genitore, ti rendi conto di quanto siano delicati, forti, e adattabili nello stesso tempo. Di quanto grande sia il loro bisogno di punti di riferimento, in tutto questo caos che e’ la loro piccola vita. Di quanto importante sia, per crescere adulti sereni ed equilibrati, dare loro voce e capacita’ di esprimersi in ogni situazione. Anche senza la padronanza della lingua.

Il momento difficile di cui a qualche post fa si sta avviando  ad un superamento.
L’unica cosa che ho fatto e’ cambiarle giorno al doposcuola, in modo che potesse stare assieme alla sua amichetta del cuore e sentirsi piu’ sicura. Sta funzionando. I pianti la mattina e all’uscita di scuola non ci sono piu’, a quanto mi dicono. Aveva soltanto bisogno di sentirsi in compagnia, probabilmente. Non posso che gioire e continuare a starle accanto a guidarla verso la sua autonomia.

E’ proprio vero che i bambini hanno risorse incredibili, e che da loro non c’e’ altro che da imparare.


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3 Comments
  • Roberta

    12 Dicembre 2013 at 19:33 Rispondi

    Mi ritrovo pienamente nel tuo racconto….e anch’io scopro giornalmente le infinite risorse e la grande capacità di adattamento delle mie bimbe inserite nella preschool irlandese e alle prese con l’apprendimento della lingua inglese. E’ incredibile ma non mi hanno detto mai “non capiamo” ….ma che tenere quando nell’ultimo nostro viaggio in Italia dopo avere passato la serata a giocare con le amichette mi hanno detto” sai mamma loro parlano” intendendo la lingua italiana….mi si è stretto tanto il cuore!!!!!! Non so quale sia la cosa giusta ma so che per loro è normalità indicare sulla cartina geografica dove vivono nonni e amici e rispondere in italiano alle domande che vengono poste loro in inglese…..anch’io penso che non posso fare altro che stare loro vicino in questo “strano e forse un po’ piu’ tortuoso” cammino verso l’autonomia.

  • Mirtilla

    12 Dicembre 2013 at 21:06 Rispondi

    hanno uno spirito di adattamento che noi ci sogniamo,hai ragione 🙂

  • Lilith

    12 Dicembre 2013 at 21:26 Rispondi

    Già te lo dissi, credo: è vero le difficoltà sono grandi ma la tua bimba ha saldi riferimenti che la aiutano a superare qualsiasi sfida… e poi mi chiedo quanto, forse, alcune cose le amplifichiamo anche un po’ noi… crescere è sempre e comunque difficile ma è sempre molto bello!

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