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Il cimitero dei non nati: parlate sottovoce, per favore

Ho pensato a lungo se scrivere o meno questo post.
Primo, perche’ il problema in questione c’entra solo marginalmente, con gli argomenti dei questo blog. Secondo perche’ e’ un tema estremamente delicato; troppo, forse, per Mammadesign, che la politica e la polemica preferisce lasciarle ad altri. Terzo perche’ sono fiorentina, e Renzi e’ il sindaco della mia citta’ (ma quello che sto per dire non ha niente di politico o di ideologico). Quarto, perche’ non ho esperienza diretta in proposito, ma solo la mia sensibilita’ di mamma e donna. Ed ogni parola in piu’, in questi casi, suona di troppo.
Pero’ ho il difetto di non riuscire a stare zitta (forse e’ stata la mia fortuna nella vita, chissa’…), e perche’ qualcuno deve parlare. Parlo, quindi, come donna che intende difendere i propri diritti e la propria liberta’ di scelta.
Parto dall’inizio.

La giunta comunale fiorentina ha appena approvato il nuovo Regolamento di Polizia Mortuaria, introducendo “il diritto alla sepoltura dei feti, compresi i prodotti abortivi e i prodotti del concepimento”, e “prevedendo la realizzazione di un’area a ciò destinata all’interno del cimitero di Trespiano”, come spiega una nota di Palazzo Vecchio. Una norma che ha scatenato subito le polemiche e le lotte ideologiche tra movimenti pro life e pro abortisti, percepita (politicamente) per lo piu’ come un attacco alla legge 194 e categorizzata tra quelle retrograde del bigottismo cattolico. Di fatto la norma non fa che regolarizzare una prassi in corso da diversi anni (esiste gia’ – dal 1996 – un’area dedicata nel cimitero di Trespiano), ufficializzata oltre una ventina di anni fa con il DPR285/1990 (all’art. 7).
Hanno fatto il giro del web le opinioni forti e gli attacchi ideologici di Marina Terragni, giornalista del Corriere e componente del movimento “Se non ora quando”, che ha parlato di un atto amministrativo che colpevolizza “le donne che decidono di interrompere la gravidanza”, e di Lidia Ravera, giornalista e Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili della Regione Lazio, che ha usato sull’Huffington Post parole dure e piuttosto macabre, ironizzando sull diritto “di seppellire grumi di materia”, per ribadire il concetto di un attacco alla liberta’ della donna e alla legge 194 (applicata da schifo in questo paese, sottolineo, – e qui concordo con la Ravera – a causa dell’alto numero di ginecologi che si nascondono dietro il “problema di coscienza”).
Immediata la reazione  dei movimenti pro life, che ne ha chiesto immediatamente le dimissioni. Al coro si e’ unita la voce di CiaoLapo Onlus, associazione che stimo molto, per il lavoro di supporto alla donna che fa ogni giorno.

Dopo questo, in mezzo a tutto quel caos urlato da destra e sinistra, ho avuto bisogno di trovare la mia risposta.
Ora, io sono cattolica, e non mi vergogno di dirlo, anche se qui sembra di essere retrogradi e bigotti.
Non sono pro-aborto, che e’ una questione delicata e personale, ma non sono nemmeno contraria alla legge 194: ribadisco il diritto di ogni donna alla libera scelta, e la necessita’ di uno Stato civile laico ed uguale per tutti.
Eppure questi attacchi ideologici tra forze politiche/ideologiche mi hanno fatto accaponare la pelle.
Perche’ qui si stanno usando parole forti senza interpretare i sentimenti delle dirette interessate. Si sta urlando la propria verita’, senza alcun rispetto per il dolore di chi quei sentimenti li ha vissuti in prima persona.

Intellettuali e ideologi di destra, sinistra, centro, alto e basso, pensate che abortire sia una scelta facile? Pensate che la donna consideri “grumo di materia” quell’essere che ha appena deciso di non far nascere per qualche personalissima ragione? Non credo, onestamente, che nessuna donna, o giovane donna, o perfino adolescente, consideri un “grumo di materia” cio’ che le sta crescendo in pancia (errore della natura o realizzazione di un desiderio, poco importa). Qualunque sia la ragione che conduce all’aborto, sia esso spontaneo o volontario, e’ vissuto come una cesura, nella vita di una donna. Un lutto vero e proprio, non e’ come andare dal dentista a togliersi un dente che fa male. Siamo onesti. Qua la religione non c’entra.
Condivido le parole di Alessandra Kustermann, ginecologo non obiettore, primario alla Mangiagalli di Milano, donna di sinistra, laica, e da sempre impegnata nella difesa della 194: “lo trovo un dibattito molto vetero”.

Insomma, basta strumentalizzare il dolore.
Basta con la propaganda politica.
Basta con il femminismo a oltranza.
Basta con le lotte ideologiche.
Basta con le posizioni religiose in uno stato laico.
La liberta’ di scelta della donna – che vive in prima persona il dolore della perdita – passa  anche attraverso la decisione di poter visitare o meno una piccola tomba che a tanti puo’ sembrare insignificante ed inutile. Ognuno ha il diritto di reagire come crede al dolore. Qui non si sta imponendo niente, con la norma recepita dalla giunta fiorentina. Rimane scelta dei genitori e – soprattutto – della donna decidere cosa fare dell’esserino che porta in grembo.

Ieri, sono incappata per caso in questo post sul blog di Claudia, una persona che non conosco, ma che ha vissuto direttamente il dramma dell’interruzione volontaria di gravidanza. Quel post ha dato una risposta ai miei dubbi – razionali, di donna in cerca di risposte.
E oggi, sempre per caso,  sulle pagine dell’Huffington post, ho letto (e molto apprezzato) l’intervento di Claudia Ravaldi, fondatore e presidente dell’associazione CiaoLapo Onlus: Tante, troppe persone affollano gli uteri delle donne.”

La donna e’ nata con un utero in dotazione.
E tra i milioni di donne nel mondo c’e’ anche chi non riesce/ non puo’/ non vuole usarlo.
Ma l’utero e’ una roba delicata.
Si prega di bussare, prima di entrare.

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10 Comments
  • Francesca

    11 Novembre 2013 at 14:50 Rispondi

    Ciao mammachecasa, condivido in pieno quello che scrivi. Ho avuto un aborto spontaneo durante la mia prima gravidanza e, nonostante siano passati anni e poi per fortuna sono diventata mamma di un bimbo bellissimo, io a quel bambino mai nato, ogni tanto ci penso ancora….

    • Mammadesign

      14 Novembre 2013 at 23:49 Rispondi

      Mi dispiace. Ma posso capire… Un aborto spontaneo, anche se in epoca precoce, e’ pur sempre qualcosa che rimane nella testa di una donna…. anche se, di fatto, vola via.

  • ElizabethB

    11 Novembre 2013 at 15:19 Rispondi

    Sono rimasta sconcertata dai toni e dal linguaggio utilizzato nel suo articolo da Lidia Ravera. In tutta onestà, mi sfugge il nesso tra questa norma e la legge 194.

    • Mammadesign

      14 Novembre 2013 at 23:51 Rispondi

      Credo che la Ravera l’abbia sentita come una provocazione politica, di qui i toni duri che ha utilizzato nel suo articolo. A volte i politici sono un po’ ideologia-centrati….

    • Caterina Tempesta

      17 Novembre 2013 at 10:50 Rispondi

      Sì, suppongo sia questa la “percezione” della signora Ravera. In realtà, non essendoci alcun nesso tra il provvedimento del Comune di Firenze e la legge 194, che regolamentano due situazioni diverse, la signora in questione sarebbe stata più onesta se avesse detto che non le piace il sindaco di Firenze per ragioni politiche tutte sue (visto che siamo in prossimità delle primarie), lasciando fuori da questo le famiglie in lutto e il loro dolore. Questa non è politica è sciacallaggio. Non intendeva difendere nessuna donna e nessuna legge, ma solo fare bassa politica. Mi sembra evidente

  • CosmicMummy

    11 Novembre 2013 at 15:19 Rispondi

    io sono atea e “femminista”, sono sempre stata una fiera sostenitrice dell’importanza della 194 e della libertà di scelta delle donne, ma questo dibattito – in particolare gli articoli della Terragni e della Ravera – mi hanno disgustato. ne ho parlato pochi giorni fa anche nel mio blog. purtroppo si sta facendo una strumentalizzazione di questo problema solo per fare campagna elettorale in vista delle primarie, e tutto questo mi irrita davvero. proprio perchè sono mamma non vorrei mai imporre una gravidanza a nessuna donna e non vorrei mai giudicare per nessun motivo la donna che decide di interromperla, ma allo stesso tempo proprio perchè sono mamma porto il massimo rispetto a quelle donne che la gravidanza pur voluta non sono riuscite a portarla a termine, che sia per un aborto spontaneo o terapeutico, e rispetto il fatto che possano vivere il loro dolore a modo loro. Purtroppo è molto brutto quando anche chi si definisce “pro-choice” vuole giudicare e limitare la libertà altrui, chi si definisce laico e razionalista segue un’ideologia peggio di un “pro-life” bigotto, e accetta qualunque notizia corrisponda ai propri pregiudizi senza verificare e ragionare. in fondo non ci vuole poi tanto a capire che la 194 e la questione dei cimiteri non c’entrano niente una con l’altra. forse sarebbe bastato rispolverare il corso di scienze delle medie e di aritmetica delle elementari, oltre che ovviamente collegare qualche neurone.

  • Claudia

    11 Novembre 2013 at 21:38 Rispondi

    D’accordo con CosmicMummy, d’accorto con te che scrivi che bisogna parlare sottovoce, perchè su queste cose non si può e non si deve fare propaganda. Non è una questione politica (l’aborto e la 194 lo sono – ma la sepoltura non dovrebbe, tanto più che non è un’imposizione) e bisognerebbe magari far parlare chi ne sa qualcosa (come me, migliaia di altre donne) e non chi fa – è il caso di dirlo – sterile giornalismo.
    Grazie.
    Claudia

  • Cristina

    12 Novembre 2013 at 11:11 Rispondi

    Condivido ogni riga della tua riflessione. La religione, la politica, la destra e la sinistra sono tutte pietre che vengono scagliate con facilità contro chi quella scelta la fa generalmente in solitudine e per motivi che non sta assolutamente a noi giudicare. Ed è sempre e comunque una perdita che non credo possa essere dimenticata. Grazie per queste righe attente e sensibili. Grazie di cuore.

  • allafinearrivamamma

    13 Novembre 2013 at 0:29 Rispondi

    Ho scritto molto in questi gg sul’ argomento nel mio blog e insieme a ciaoLapo…sono d’accordo ovviamente con la tua posizione …

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