Quel particolare momento delle chiacchiere serali (tra mamma e figlia)

C’e’ il rito della buonanotte, prima di dormire: lettura di uno dei suoi libri – rigorosamente scelto da lei – sorseggiando il biberon (si, ancora – in ricordo del ciuccio scomparso!); qualche coccola, a luce spenta (“Mamma, ti voglio bene like the universe!”/ “Anche io, anzi io di piu’ “/”No, io di piu’ del tuo piu’!”/”E io a million!”/”E io a million and a billion and a trillion!” – e cosi’ via); qualche chiacchiera e qualche scambio di impressioni, di solito il riassunto e le emozioni della giornata appena passata.
E’ quel momento in cui ti rendi conto che tua figlia cresce, personcina capace di esprimere i propri pensieri in maniera  corretta (che, per una trilingue, non e’ automtico!): i propri dubbi, le proprie paure, le proprie gioie e le proprie riflessioni sulla realta’ che la circonda. Elabora le esperienze, secondo il suo carattere e il suo modo di sentire. Chiede. Si fa delle domande. Cerca delle risposte.
In maniera semplice e diretta, come solo i bambini sanno fare. E tu, mamma, ti rendi conto dei suoi progressi, della persona che sta diventando, del modo in cui reagisce agli stimoli della vita; entri nel suo mondo a passi felpati, senza urlare, giudicare, o parlare troppo. Ti stendi accanto a lei, nel letto, e ti metti in ascolto; vedi con i suoi occhi, senti con la sua pancia, rifletti con il suo cervello, immagini la sua giornata, senti con il suo modo di sentire; e ricevi con il tuo cuore adulto e un po’ addormentato. A volte rispondi ai suoi dubbi, guidi le sue riflessioni, racconti le tue esperienze.

E’ un momento magico, che non cambierei con niente al mondo.

Chissa’, fino a quando avra’ bisogno di me senza buttarmi fuori dalla stanza inneggiando alla sua guadagnata privacy.