La citta’ di G.: le reazioni
“Andate nella citta’ di G.? Really? O my God……..” (con 800 puntini di sospensione)
La prima volta che abbiamo annunciato al mondo che saremmo andati a vivere nella citta’ di G. (che poi e’ capitale di un cantone svizzero, eh, non il paesello sperduto tra le montagne), la moglie di un collega del macroeconomista ha reagito cosi’.
Io, con nonchalance: “Do you kwnow it?”.
E gia’mi pareva strano che una tedesca di Amburgo conoscesse la citta’ di G.
Lei: “Haem….yes. No, no, sorry, I didn’t mean that….”
You didn’t mean WHAT, cazzo?
No, non ho detto cosi’, in realta’. Ma l’ho pensato.
“And…what do you mean, darling? You didn’t like it?”
“I went there, a looooong time ago (notare la sottolineatura)….. It’s just…. SMALL. I had a friend there….”
Ah, avevi un amico li’. Chissa’ cosa vuol dirmi, boh.
No, ma piu’ che altro quello che mi ha impensierito e’ stata la sua faccia nel pronunciare Oh my God.
Schifata. Era letteralmente schifata.
Chiaramente io e il Macroeconomista ci siamo gardati negli occhi, atterriti.
“Facciamo finta di nulla, o iniziamo a preoccuparci?” e’ stata la domanda, una volta soli.
Poi abbiamo deciso, conoscendo il soggetto e soprattutto il modo in cui si era espressa, di non dare troppo peso alle sue parole.
Reazioni successive:
Amica, londinese: “Ah, carina, la citta’ di G.! Ci andavo tutte le estati, da piccola! Tutte le mie baby-sitter erano della citta’ di G.!”
Se non altro, ci sara’ una vasta scelta di baby-sitter, nella citta’ di G. Che fortuna.
Amico, fiorentino: “Davvero carina, si. Andate davvero a vivere li’? Allora verremo a torvarvi piu’ spesso!”
E tu preferisci venire nella citta’ di G. piuttosto che a Londra? Tu che in 6 anni hai preso l’aereo solo una volta per venire a trovarci? E che poi, una volta qui, non te ne saresti piu’ andato?
Chissa’ come mai per la gente l’idea di prendere un aereo e’ cosi’ sconvolgente. Per andare nella citta’ di G. ho dovuto cambiare due volte treno, da Torino; ho incocciato uno sciopero delle ferrovie (italiane, ovviamente; mentre i ferrovieri svizzeri si impegnavano alacremente per far recuperare il ritardo accumulato dal Milano-Zurigo), ho perso la coincidenza (e figurati!), ho passato 9 ore in viaggio, mentre per fare Londra-Firenze ce ne metto circa la meta’; sei al massimo, quando volo a Pisa. E poi ci si lamenta degli aerei. Per carita’, anche gli aerei low-cost a volte sono in ritardo; o non volano a causa della neve, costringendoti a rifare il biglietto; e barcollano nel cielo come una nave in tempesta, in inverno; per prendere l’aereo ti fanno arrivare all’aereoporto con due ore di anticipo (che poi due non sono mai), ma durante le quali prendi il caffe’, fai shopping, provi tutti i profumi del duty-free uscendovi che semini una scia profumata per tutto l’aereoporto, fai la scorta di giornali e di libri. Ma insomma, vuoi mettere il disagio di trascinarti la valigia dietro e fare due/tre cambi di treno e litigando allo sportello per poter cambiare biglietto perche’ il terno e’ in ritardo?
Ok, scusate la digressione. Continuo con le reazioni.
La giovane incontrata in treno, che vive li’ da pochi mesi: “Com’e’? E’….. PICCOLA. Cioe’, alle 6.00pm e’ gia’ tutto chiuso, non c’e’ piu’ nulla da fare.” (ma ne ho gia’ parlato qua).
Vabbe’, lei e’ giovane, ha una gran voglia di divertirsi, logico che si trovi male.
I nonni tedeschi, amanti di Londra: “Ma veramente per noi e’ piu’ lungo venire nella citta’ di G. che a Londra! E’ collegata peggio…”
Lo so, e piu’ che altro e’ piu’ noiosa.
La parrucchiera: “Si, la conosco! E’ carina, la citta’, pero’ gli svizzeri…..”
Ho capito, qui c’e’ qualcosa che trama contro di me. O contro la citta’ di G.
Il dentista della Nonnina: “Ommamma……”
La Nonnina, incuriosita e un po’ preoccupata: “Perche’ Ommamma?”
Lui: “Ho un caro amico che ha lavorato li’ per 4-5 anni. Dice che…. e’ noiosa, e che alle 6.00 di sera e’ gia’ tutto chiuso”.
Facciamo che non ascolto piu’ nessuno?
Che tanto gia’ mi girano per conto mio, perche’ quello che credevo sarebbe stato un anno di svolta (a Londra) – per una serie di condizioni favorevoli che ero riuscita a costruire -, un anno in cui potevo riprendermi la vita in mano perche’ la figlia e’ ormai grandicella e i 4 anni, si sa, corrispondono all’uscita dal tunnel, si sta trasformando in un anno di svolta, si, ma per tutti gli altri fuorche’ te, che devi ricominciare tutto da capo?
Facciamo che dico cazzo cazzo cazzo una ventina di volte per scaricare l’ansia e l’arrabbiatura?
Sono insofferente, scusate. Eppure l’ho scelta io, la bicicletta.
Facciamo che guardo al futuro va’, e mi rimbocco le maniche di nuovo.
Il resto, facciamo che sara’ una sorpresa.
Io l’aereo per Londra, pero’, ogni tanto lo prendero’ di sicuro.
Federica MammaMoglieDonna
1 Maggio 2013 at 20:45brava! Lasciati questa finestra aperta e quando senti la nostalgia.. torni a casa. Qualunque essa sia!
M di MS
2 Maggio 2013 at 10:06Io te l’ho già detto. Occhio che a G. non esistono le mamme blogger e la tua vena creativa ti ispirerà. Diventerai la numero 1 del Cantone!
Mammadesign
2 Maggio 2013 at 10:22Vorresti dirmi che devo iniziare a scrivere in svizzero tedesco? 😛
E poi come faccio, a lamentarmi degli svizzeri…?