20 Giugno 2012
In
My life, Vita da expat, Vita da mamma
Primo impatto con la scuola inglese
A settembre iniziera’ l’avventura nel sistema scolastico inglese: Micro e’ stata ammessa alla scuola cattolica vicino a casa (a 5 minuti di cammino, ndr! Un sogno! – almeno in questo senso). Ma l’avventura per me, mamma italiana di questa Micro british girl cresciuta qua, e’ iniziata ieri, con la prima riunione prescolastica.
Gia’ il fatto di capire ormai circa il 90-95% di quello che dicono e’ una conquista. Ma l’avere anche una bimba che va a scuola, a soli 4 anni, mi ha fatto sentire un po’ una mamma sui-generis. In effetti la chiamano scuola, ma a quell’eta’, che vuoi, e’ piu’ un asilo che una primina (per la qualita’ dell’insegnamento che c’e’ qua, poi…! No comment. Cioe’, commentero’ in seguito). Si chiama reception year, ed e’ l’anno che precede la scuola vera e propria (‘mazza te, come vola il tempo!).
Insomma, ecco il resoconto della mia prima riunione scolastica.
Arrivo, con qualche minuto di anticipo, attendo nel cortile giusto quei 5 minuti, e ci trasferiscono nella sala riunioni (la palestra, ndr! – a Londra lo spazio costa) perfettamente in orario. Il principle (= preside), che sembra una via di mezzo tra un pastore protestante e un alcolista, introduce la riunione:
“Ed ora iniziamo con il segno della croce ed il padrenostro” (in inglese, rigorosamente).
Mi sono sentita morire.
C’e’ mancato un pelo che non gli scoppiassi a ridere in faccia.
No, cioe’, e’ da quando andavo alle elementari che nessuno mi diceva cosi….!
E va bene, l’ho scelta io la scuola cattolica, in fondo. Dicono che in genere siano le migliori, e per di piu’ questa e’ dal 2009 che riceve il giudizio di outstanding (= eccezionale) dall’Ofsted, l’organismo di controllo del sistema scolastico inglese, che corrisponde un po’ (ma poco) al nostro ministero dell’istruzione. Se cercate un’ispection su una scuola pubblica lo trovate li’. Insomma, ci e’ andata di lusso, in fondo. Assegnata dal council in base a criteri di vicinanza e di appartenenza religiosa. Uau.
Peccato che Micro non abbia gia’ amichetti che andranno alla stessa scuola, la nursery attuale e’ a miglia di distanza da casa.
Comunque, la cosa positiva e’ che prevedono fortunatamente un periodo di settling in (il nostro “inserimento”).
Un periodo, una settimana, veramente. Ma sono disponibili a dilatare i tempi se il bambino ne ha bisogno (almeno a parole).
A seguire, la presentazione dello staff della scuola e del reception year: due teachers e due assistenti per 60 bambini. Come rapporto non c’e’ male, meglio che da noi in Italia.
Poi un po’ di informazioni di carattere burocratico, un po’ di chiacchiere generiche, e, ah gia’, l’uniforme.
L’uniforme e’ qualcosa che qua in Inghilterra e’ come da noi il vestito alla moda: se non ce l’hai sei out. Solo che qui sei out davvero, non solo out of fashion. E se sgarri ti mandano i servizi sociali.
L’uniforme, ragazzi, non e’ come il grembiulino da noi, che se c’e’ bene e se non c’e’ chissenefrega. No no. Devi avere la maglia della scuola, il golf della scuola, la giacca della scuola, il cappello della scuola (uno estivo, e uno invernale), la school bag della scuola. Nel nostro caso, con la croce sopra. Beh, almeno terra’ lontani i posseduti. Unica deroga: i pantaloni (o la gonna) e le scarpe. Ma anche quelli hanno delle regole: non possono essere i pantaloni di un vestito (perche’ sarebbe poco democratic) e le scarpe non devono avere i lacci (per praticita’, perche’ tanto mi sa che nemmeno le maestre sanno allacciargliele!).
Ancora: i bambini non possono fare assenze da scuola se non nei casi di reale malattia. Che culo serieta’! Della serie: anche se mia figlia ha solo quattro anni e’ meglio se non salta nemmeno un giorno. Altro che venire in Italia ogni tanto…! Mi sa che mi vedrete poco da quelle parti, da settembre in poi.
No, io dico, per la scuola son d’accordo, ma all’asilo!!!!! (perche’ per me un’asilo e’, in realta’). Meno male che il principle ha voluto mettere l’accento sul fatto che, a quell’eta’, i teachers cercano di dare attenzione alla parte del gioco, perche’ (si sa) i bambini imparano giocando! L’ha detto come se se avesse fatto la scoperta dell’America. Dio me la mandi buona. Almeno, sono nelle sue vicinanze!
Conclusione: mi sa che da settembre ne sentirete delle belle sull’argomento scuola. Ditemi in bocca al lupo!
P.S. Qualcuno mi racconta come sono gli asili in Italia? Son cosi’ rigidi?
smilemamysmile
20 Giugno 2012 at 14:55Io ti confermo, che avendo ormai brillantemente superato il reception Year, ritrovo in cio’ che dici tutto quanto mi e’ successo. Soprattutto in fatto di assenze. Considera che F, non e’ mai stato assente un giorno, tranne due ore a novembre dalle 13,30 alle 15,10 ( orario di uscita), perche’ era caduto nel playground (della scuola), e loro mi avevano chiamato perche’ paingeva. ho deciso di portarlo a casa, perche’ piu’ che di dolore si trattava di paura, e loro me lo hanno segnato assente tutto il giorno! ti rendi conto?ho capito una cosa: vietato entrare tardi o uscire prima, caso mai, assentati durante l’orario e poi rientra!Da quel giorno non ha mai fatto un giorno di assenza, penso che sia tra gli unici.
Comunque la mia esperienza e’ molto positiva, come enviroment e famiglie.C’e’ un bel supporto e sono nate belle amicizie. Adoro l’uniforme, risolve un sacco di problemi, e loro ne vanno fieri! In bocca al lupo!
antonella
Mammadesign
20 Giugno 2012 at 15:03Ossignur, Antonella, sono gia’ in palla a priori!
Cristina
20 Giugno 2012 at 14:58In bocca al lupo cara Dalia a te, ma soprattutto alla piccola Micro! Io all’asilo mi sono trovata bene, al punto che le ho fatto continuare nella stessa struttura anche le elementari. Si tratta anche nel mio caso di una scuola cattolica. C’è attenzione per lo studio e la disciplina, ma anche per il bambino in sè. Fin dall’asilo (ora scuola dell’infanzia) mi è piaciuto questo aspetto: l’attenzione per le sue esigenze, per sfatare ad esempio le piccole paure, le insicurezze. Tutto il personale docente è laico, ma ci sono le suore di supporto. Una di loro all’asilo è stata fondamentale per Elena che ad un certo punto aveva iniziato ad andare in crisi al mattino… Lei la prendeva per la manina e le chiedeva di aiutarla a sistemare l’acquario dei pesci…Comunque anche da noi l’ultimo anno di asilo è ormai una specie di pre-scuola. Avendo le elementari (scuola primaria) nella stessa struttura per chi faceva la scelta di proseguire lì i bimbi dell’asilo facevano delle giornate assieme ai bimbi delle elementari per imparare ad ambientarsi interagendo con i più grandicelli ..
Mammadesign
20 Giugno 2012 at 16:31Scusami, Cristina: scuola dell’infanzia, hai ragione.
Anche qui il personale e’ laico, per fortuna.
E grazie per il tuo in bocca al lupo!
...ma la notte no!
20 Giugno 2012 at 15:00In bocca al lupo allora! Il mio fa ancora il nido per cui non ti posso aiutare con i confronti!
Gio
20 Giugno 2012 at 15:27in Italia è tutto molto più “italiano”… con pro e contro.
Ti dico soltanto che tutti i genitori trovano qualcosa che non va nelle scuole o nei servizi rivolti ai loro figli. Forse è una deformazione di noi genitori italiani che siamo tendenzialmente iper-protettivi.
Se Micro starà bene sarà la scuola giusta. Tutto qui!
In bocca al lupo!!!! :*
Biancume
20 Giugno 2012 at 15:38Qui in Francia sono decisamente elastici e devo dire che la scuola di mia figlia è la cosa che mi piace di più. Le assenze sono tollerate e a differenza della scuola italiana non devi neanche comunicarle, tanto meno giustificarle. Anche in caso di malattia richiedono il certificato del medico solo in caso di malattie infettive. Tutto mi sembra molto tarato sulle esigenze dei bambini che alla maternelle sono ancora piccoli.
In bocca al lupo per la piccola Micro
Mammadesign
20 Giugno 2012 at 16:33Ecco, lo sapevo. I francesi son nostri cugini.
Io li’ sarei venuta volentieri, se non avessi conosciuto il macro-economista.
In realta’ ho provato a portarci pure lui, ma non l’ho convinto molto….
Grazie anche a te!
alessia
21 Giugno 2012 at 15:14Sono un po’ sconvolta dalla descrizione ma certo è importante affidarsi a una buona scuola sebbene così rigida. Io nn dovrò pensarci molto poiché non lo accetterebbero nemmeno visto che non è battezzato.
Ma sono così pessime le altre scuole..? Dici che “mi tocca metterlo in regola” per farlo accedere a quella cattolica?
Mammadesign
21 Giugno 2012 at 15:40Alessia, sai, mio marito vuole scappare di qua a causa delle scuole. Per me esagera un po’, pero’ “solo un pochino” ha ragione….
Rigida? Rigida questa? A parte il Padre Nostro non mi sembra cosi’ rigida sai? Ho visto moooolto di peggio!
Comunque si, ti consiglio di cercare una zona in cui le scuole (ma hai tempo! ;D) sono considerate buone, dato che qui scelgono soltanto in base ai metri che ti dividono dalla sua porta!
Quella di battezzarlo o meno e’ una scelta vostra, non potete fare una scelta che non vi sentite di fare. Io oltre a mandarla a scuola dovro’ portarla anche (quasi) TUTTE le domeniche in chiesa, se lo aspettano un po’. E quando ho fatto la richiesta sono rimasta esclusa da altre scuole buone ma anglicane, e non avevo certo voglia di battezzarla anglicana per mandarla soltanto a scuola!!!!!
Non ti preoccupare, se ne trovano anche se non ve la sentite di battezzarlo.
Io esagero un po’, come al solito…. e’ che a me certe cose, viste da italiana, colpiscono un po’. Ma e’ solo una cultura diversa. Certo e’ che i cattolici qui, poiche’ sono una minoranza, ci tengono in particolare.
alessia
21 Giugno 2012 at 22:36Guarda..io ho fatto le medie dalle suore e ti dirò conservo pure un buon ricordo, in più era davvero un’ottima scuola con bravissimi insegnanti.
Tuttavia le cose ora sono un po’ cambiate per me… ma il discorso è troppo complesso per affrontarlo qui.
Dicevo rigida (anche per il discorso delle assenze) ma forse anche perché in fondo conosco l’ambiente(italiano) e mi immagino cose che ripeto, ora, faccio un po fatica a digerire 😉
Mammadesign
22 Giugno 2012 at 17:26Posso immaginare…. La differenza e’ che qui tutto il personale e’ laico: non sono le suore ad insegnare. E dunque la rigidita’ e’ molto ammorbidita (penso dalla consapevolezza di aver fatto una scelta).
Valeria
21 Giugno 2012 at 22:09Ciao, è la prima volta che approdo al tuo blog 🙂
Sono mamma di una microiena di quasi 3 anni che chiamo marmocchiotti (al plurale!), sono sposata con un ing aerospaziale e… sono architetto ^_^
Noi siamo entrambi italiani, ma viviamo in Germania.
Qui i bimbi, lo saprai benissimo, vanno alla pre-scuola tra i 5 e i 6 anni, dipende dal mese in cui sono nati: prima esiste solo il gioco; alla pre-scuola passano lentamente dal gioco alla scolarizzazione, quindi insegnano ai bimbi a rimanere seduti al banco fino alle 5 ore, gli insegnano ad essere attenti, a non distrarsi e cose simili – che poi, vabbhè, se un bimbo si vuol distrarre, loro possono dire e fare quello che vogliono, ma si distrarrà lo stesso -.-
Noi viviamo nel nord della Germania, ma puntiamo a scendere al sud, dove la preponderanza cattolica fa si che le strutture scolastiche siano migliori e i metodi di studio più rigidi (migliori) di quelli che troviamo qui al nord.
Qui niente divise, ma la questione assenze deve esser emotivata: non puoi mancare da scuola perchè devi andare in vacanza!
In bocca al lupo soprattutto alla tua Micro, eprchè questa esperienza sia splendida e costruttiva per lei!
Mammadesign
22 Giugno 2012 at 17:20Ciao Valeria, piacere di conoscerti!
Poi mi dirai anche come vi trovate in Germania!
Ma li’ usano il metodo steineriano?
Crepi il lupo, mi auguro che si trovi bene alla nuova scuola in settembre.
saporedimamma
24 Giugno 2012 at 14:40Ciao è la prima volta che ti leggo, ma ti faccio in bocca al lupo per l’anno scolastico che verrà, qua in Svizzera la scuola dell’infanzia dipende un po’ dalle maestre, i miei se dicevo che un giorno non andavano perché erano con la nonna non c’erano problemi, basta che non succedeva ogni giorno; invece ho sentito di un’altro asilo che invece li le regole erano da rispettare per bene…però mi piace l’idea della divisa, chissà se un giorno la introdurranno anche qui 🙂
Buona giornata.
Marta