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Design per bambini autoprodotto: tendenze

La recente crisi economica mondiale e la difficile situazione del mercato aziendale italiano, diventato sempre più elitario e riservato ai grandi nomi del design, hanno spinto i giovani designer a puntare con sempre maggior forza sul design autoprodotto.

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L’autoproduzione è quel processo per cui il designer non si limita all’ideazione e alla progettazione del prodotto, ma si spinge fino alla produzione in proprio dell’oggetto-arredo attraverso botteghe artigiane selezionate e capaci di offrire un prodotto “unico”, nonché alla comunicazione e diffusione del prodotto stesso.

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Molte sono le manifestazioni sorte negli ultimi anni in Italia, patria dell’artigianato e della piccola impresa (si parla di design autoprodotto più o meno dal 2009-2010) per la promozione, la diffusione e la vendita degli oggetti/progetti in autoproduzione, da Opendesign, a Operae (che si svolgerà a Torino il prossimo weekend), a Source (Firenze), per parlare solo delle realtà più note in Italia.

Amo frequentare queste manifestazioni perché  il livello di creatività, vitalità e novità dei progetti e degli oggetti che vi trovo esposti è un mondo pieno di stimoli e aria fresca per un progettista attento al nuovo.

Una delle tendenze che ho rilevato riguardo al design per bambini autoprodotto (uno degli ambiti che cattura maggiormente la mia attenzione di mamma-architetto-designer) è  la volontà di creare oggetti multifunzione, prodotti d’uso che non esauriscano la loro vita nello spazio di uno-due anni ma che possano essere riutilizzati con funzioni differenziate nel tempo.

Questa tendenza, iniziata già da tempo per la verità, trova uno dei suoi più  noti rappresentanti nel Girandolo (progetto di Stefania Omodeo), un mobile per bambini multifunzione in legno di pioppo, creato da una mamma-designer nel 2001 (ma messo in produzione soltanto nel 2011), che si trasforma all’occorrenza in seggiolone, culla, banco per disegnare, sedia a dondolo e tanto altro.

 

Girandolo, mobile per bambini multifunzione. Progetto: Stefania Omodeo (2011)

 

Un altro progetto degno di menzione che si inserisce nello stesso filone di mobili trasformabili e multiuso, che ho “scovato” nell’edizione dell’anno passato di Source Firenze, è il Tucky, un dondolo-scrivania disegnato da due studentesse dell’ISIA (Carlotta Carraro e Michela Golo), capace di resistere al tempo e di stimolare la voglia del bambino di manipolare, infilare, trasformare e costruire, in un processo di appropriazione dello spazio che lo rende interessante anche come gioco di costruzione adatto a stimolare la manualità.

 

TUCKY_Mammachecasa!

Tucky, dondolo-scrivania per bambini. Progetto: Carlotta Carraro – Michela Golo (ISIA).

 

Mi auguro che anche le grandi aziende italiane e internazionali del design si accorgano della vivacità questo nuovo panorama dell’autoproduzione e vengano spinte a scommettere con convinzione su qualche giovane designer dal nome ancora sconosciuto. Vedo tanti progetti validi finire nel nulla, a causa della scarsità di mezzi a disposizione e della scarsa propensione al rischio delle realtà aziendali, soprattutto nel campo ancora poco sviluppato del design per bambini.

 

Comunicazione di servizio:

Se avete progetti e oggetti di design autoprodotto da segnalare, soprattutto relativi al mondo dell’infanzia, scrivete a: info@mammachecasa.com. Saró felice di aiutarne la diffusione e/o di studiare assieme a voi la strategia di comunicazione più adeguata.

 

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